Friscia, Saverio
Medico e uomo politico (Sciacca, Agrigento, 1813 - ivi 1886). Vicino agli ambienti radicali siciliani, nel 1847 fu tra gli organizzatori della rivolta antiborbonica a Sciacca e l’anno successivo venne eletto deputato al Parlamento generale di Sicilia. Con la restaurazione borbonica fu inviato al domicilio coatto e nel 1850 espatriò. Entrato nel movimento mazziniano, nell’agosto 1860 tornò a Palermo e divenne una figura di rilievo nella politica siciliana. Deputato dal 1861, assunse una posizione fortemente critica verso la classe dirigente liberale. Dalla metà degli anni Sessanta si avvicinò al movimento anarchico, e in particolare alle idee di Bakunin, di cui fu uno dei primi sostenitori italiani. Per alcuni anni, fino alla Comune di Parigi, continuò comunque a tenere anche i contatti col movimento mazziniano. Mantenne il seggio parlamentare fino al 1882, pur partecipando ai lavori in maniera discontinua. Alla metà degli anni Settanta si ritirò dall’Internazionale anarchica e si convertì alla pratica del riformismo parlamentare. Sostenne l’avvento al potere della Sinistra e appoggiò il primo governo Depretis.