VEGEZZI, Saverio
Uomo politico, nato a Torino il 21 dicembre 1805, ivi morto il 23 luglio 1888. Avvocato a Torino, appartenne al novero di coloro che spinsero Carlo Alberto sulla via delle riforme politiche e fu eletto deputato al primo Parlamento subalpino, dove poi fu confermato anche dalla sesta legislatura in poi. Il conte di Cavour, che lo considerava non a torto fra i più fedeli alla sua politica, lo volle ministro delle Finanze nel suo terzo ministero (1860). Quando il 6 marzo 1865 Pio IX espresse a Vittorio Emanuele II - a mezzo di una lettera personale - il suo desiderio di veder composta la situazione derivante dalle numerose sedi episcopali vacanti in Italia, il V. fu incaricato dall'allora presidente del consiglio, Alfonso La Marmora, di condurre a Roma i negoziati. Il V. si recò a Roma, verso la metà di aprile 1865, latore di una lettera di Vittorio Emanuele al pontefice; ma le trattative da lui iniziate sotto felici auspici col card. Antonelli fallirono (maggio) per l'irriducibilità del pontefice ad accogliere la condizione posta dal Piemonte, e cioè che i vescovi eletti dal pontefice prestassero giuramento nelle mani del re. E probabile che influisse sull'esito della missione V. - del resto mal vista dall'opinione pubblica - il fatto che contemporaneamente si svolgevano trattative fra il presidente La Marmora e il conte Gabrio Casati e fra questo e il padre Luigi Tosti per una composizione della questione romana (v.). Il V. fu nominato senatore il 30 giugno 1867.
Bibl.: Oltre al Libro Verde pubblicato dal Governo italiano sulla missione Vegezzi, v.: M. Degli Alberti, La missione Vegezzi e il gran concordato proposto dal Gladstone al P. Luigi Tosti, in Nuova Antologia, 1° ottobre 1916, pp. 322-43; S. Jacini, Il tramonto del potere temporale nelle relazioni degli ambasciatori austriaci a Roma, Bari 1931, pp. 130-92, e la bibl. ivi citata a p. 131 n. 1.