Savete giudicar vostra ragione
Sonetto responsivo di D. (abab abab; cdc dcd) a Provedi, saggio, ad esta visïone, di Dante da Maiano, di cui riprende una sola rima (-one), secondo l'uso delle tenzoni più antiche, mutando la struttura delle terzine (su due rime, non su tre). Anch'esso è conservato dalla sola Giuntina, dove si trovano i sonetti degli altri corrispondenti del Maianese.
Al giocoso sonetto maianesco, D. risponde con la serietà di un giovane (forse non ancora diciottenne) che assume i temi e le forme di una convenzione letteraria come momenti di una propria iniziazione, poetica e, insieme, umana, nell'ambito dell'aristocratico costume cortese. Dopo una quartina in cui loda, come si usava fare nelle tenzoni, il proprio ignoto interlocutore per il suo saver e il linguaggio ornato, interpreta la visione, sorvolando discretamente sui particolari più maliziosamente erotici della proposta e richiamandosi piuttosto alla tematica del ' fin amore ': il dono della ghirlanda significa sincero desiderio amoroso, che nasce da bellezza e valore e raramente, secondo il codice cortese, può trovare limite e appagamento totale; la camicia della donna indica che il sentimento sarà corrisposto; la figura della morta indica la fermezza e costanza che la donna porterà in questo affetto.
Assegnato, come par giusto, il sonetto ai primi inizi della carriera poetica di D., non converrà, tuttavia, sottolinearne troppo severamente, come hanno fatto certi commentatori, la mediocrità dello stile; vanno piuttosto messi in rilievo il dominio della materia verbale e lo svolgimento agile e ordinato del pensiero, ben lontani dal balbettio di un principiante non dotato. Certo, il sonetto resta ancora al di qua della poesia, ancora legato all'idea ‛ retorica ' di essa, al suo carattere di " tencione " di cui parla Brunetto Latini (La Rettorica, a c. di F. Maggini, Firenze 1968, 146-148), ma rappresenta pur sempre un ingresso dignitoso di D. nella cerchia dei guittoniani. Lo stile, però, è ancor vicino a generici moduli siculo-toscani, piuttosto che alle più complesse e ardue sperimentazioni di Guittone
Cfr. anche PROVEDI, saggio, ad esta visione; Guittone d'Arezzo e i guittoniani.
Bibl. - G. Carducci, Delle rime di D. (1865), Bologna 1913; S. Santangelo, Le tenzoni poetiche nella letteratura italiana delle origini, Ginevra 1928; D.A., Le Rime, a c. di D. Mattalia, Torino 1943; Contini, Rime 3-5; Barbi-Maggini, Rime 157; Dante's Lyric Poetry, a c. di K. Foster e P. Boyde, Oxford 1967, II, 1-6; F. Montanari, L'esperienza poetica di D., Firenze 1968², 1-13; D. Da Maiano, Rime, a c. di R. Bettarini, ibid. 1969, 183-184 (la tenzone completa, pp. 175-188).