SAVIGLIANO (A. T., 24-25-26)
Cittadina della provincia di Cuneo, a 321 m. s. m., situata sulla sponda destra del torrente Maira, in pianura, sulle alluvioni quaternarie; contava 10.282 ab. nel 1931. Nodo stradale e ferroviario di grande importanza, è collegata mediante ferrovie con Torino (km. 52), Saluzzo (km. 15), Cuneo (km. 36), Savona (km. 97); un servizio automobilistico porta a Levaldigi (km. 13) e a Marene (km. 6). Il comune copre una superficie di kmq. 110,73, di cui 104,60 di superficie agraria e forestale. Molto diffusa è l'irrigazione (91,5% della superficie agraria) mediante le acque dei torrenti Maira, Varaita, e dei fontanili, per cui fiorenti sono l'agricoltura e l'allevamento (nel 1930: 11.500 bovini; 3579 suini; 740 cavalli). Savigliano ha inoltre grande importanza dal punto di vista commerciale e industriale: nel 1927 esistevano varî stabilimenti con 2854 addetti (officine meccaniche per costruzione e riparazione del materiale ferroviario con 1575 persone occupate). Nel 1931 il comune contava 18.706 abitanti (17.321 nel 1901). La popolazione sparsa è di 7253 ab. distribuiti in numerose frazioni.
Monumenti. - I più notevoli monumenti di Savigliano risalgono all'epoca barocca. Fra le chiese sono da ricordare: la collegiata di S. Andrea, molto antica come titolo, ma rifatta al principio del Settecento, il cui migliore elemento architettonico è il campanile, disegnato nel 1737 da Andrea Vaj, e le due chiese della Pietà e dell'Assunta, ambedue progettate da Gian Giacomo Planteri e cominciate al principio del Settecento. Nella chiesa di S. Pietro è tuttora conservata una pala di Gandolfino di Roreto del 1510, entro ricca cornice lignea intagliata. Dei palazzi, notevoli il palazzo Cravetta Muratori, il cui assetto monumentale risale intorno al 1620 - per il cortile è stato fatto il nome di E. Negro di Sanfront - e sopra tutto il palazzo Taffini d'Acceglio, che una tradizione locale vorrebbe edificato per conto di Madama Reale fra il 1637-1640, e secondo recenti ipotesi progettato da Carlo Castellamonte. D'ambedue i palazzi sono monumentali soprattutto i cortili. Nel secondo, inoltre, un salone è affrescato da pitture di G. A. Molineri (circa 1643), rappresentanti le imprese militari del duca Vittorio Amedeo I. Fiorirono a Savigliano le due famiglie dei Dolce e degli Oddone; nel Seicento il Molineri, autore di molte pale e affreschi nella stessa città e altrove, e il quasi contemporaneo Giovanni Claret; nel Settecento gli architetti Andrea e Michelangelo Vaj, oltre a minori.
Storia. - Di Savigliano si fa menzione per la prima volta in un placito, ivi radunato dal messo imperiale Gualtieri (981). Nel 1028 viene fondato da Abellono e Amaltruda il monastero di San Pietro; e nel 1098 si accenna alla cappella di Sant'Andrea, donata da Alberto di Sarmatorio a Ottone vescovo di Asti. Lo stesso Alberto partecipa al trattato di alleanza (27 settembre 1103) concluso con Landolfo vescovo e i consoli di Asti. Alla fine del sec. XII una lunga contesa si agita tra il monastero di San Pietro di Savigliano e l'abbazia di San Michele della Chiusa; e in questo periodo i canonici regolari cominciano a officiare nella chiesa di Sant'Andrea. Nel 1238 Federico II prende Savigliano sotto la sua protezione, riservando l'amministrazione della giustizia ad un suo capitano; prima del 1260 il comune era già passato sotto la signoria di Carlo d'Angiò; nel 1320, nella pace stretta con Filippo di Valois, tra le terre cedute in feudo a Filippo principe di Acaia viene compresa anche Savigliano. Tornata per poco tempo sotto il dominio angioino, ebbe nel 1337 la visita del re Roberto; ma il 23 gennaio 1349 Savigliano si dava definitivamente in potere dei Savoia, firmando patti di dedizione alla presenza di Giacomo d'Acaia, procuratore pure di Amedeo VI. Nel 1434 l'"Università degli studî, fondata in Torino da Ludovico d'Acaia, e trasferitasi nel 1421 a Chieri, veniva eretta a Savigliano con bolla di approvazione di Eugenio IV (9 febbraio 1434), restandovi due anni soltanto, per ritornare ancora a Torino. Savigliano, che nel 1536 aveva ospitato per 24 giorni l'imperatore Carlo V, cadde poi sotto la corona di Francia e vi restò fino al 1559; dopo la restaurazione sabauda in Piemonte con Emanuele Filiberto, che il 2 ottobre 1560 aveva fatto il suo ingresso in Savigliano, passò per il trattato di Fossano (2 novembre 1562) in dominio del re di Francia, che l'ebbe in cambio di Torino e di altre piazzeforti e la tenne fino al 1574; tornò quindi al duca di Savoia. A Savigliano venne a morire Carlo Emanuele I il 26 luglio 1630.
Arte della stampa. - Savigliano vanta la gloria di aver prodotto libri a stampa fra i più antichi; essi sono estremamente rari e alcuni, unici, perirono nell'incendio della Biblioteca nazionale di Torino. Se ne conoscono cinque, stampati tutti intorno al 1470-74 dal tedesco Hans Glim e da Cristoforo Beggiamo di Savigliano, soli oppure associati fra loro. Ricordiamo il Manipulus Curatorum di Guido da Monte Rochen (esemplare nella Palatina di Parma), lo Speculum Vitae Humanae di Rodrigo de Zamora (a Parma e nel British Museum), il Boetius, di cui si conoscono gli esemplari completi della Laurenziana e della Rylands di Manchester, e l'Ovidius, bruciato a Torino nel 1904, e di cui resta il facsimile dell'ultima pagina, pubblicato nel Lexicon del Fumagalli.
Bibl.: C. Turletti, Storia di Savigliano, Savigliano 1879; C. F. Savio, Storia compendiosa di Savigliano, ivi 1925; I. M. Sacco, Statuti di Savigliano, Torino 1932 (Biblioteca d. Società storica subalpina, CXXV); E. Oliviero, F. Cognasso, C. Lovera di Castiglione, Il palazzo Taffini d'Acceglio in Savigliano, ivi 1930; C. Novellis, Bibliografia di illustri saviglianesi, ivi 1840.
Per l'arte della stampa: F. Vernazza, Osservazioni tipografiche sopra i libri impressi in Piemonte nel sec. XV, Bassano 1807; F. Gazzera, Notizia di una sconosciuta edizione piemontese delle Eroidi di Ovidio, Torino 1825; F. Berlan, La introduzione della stampa in Savigliano, Saluzzo ed Asti nel sec. XV, Torino 1887; G. Fumagalli, Lexicon Typ. Italiae, pp. 385-86; K. Haebler, Die deutschen Buchdrucker des XV. Jahr. im Auslande, Monaco 1925, p. 76 e tav. 1; Catal. of Books printed in the XV. Cnt. now in the British Museum, VII, pp. lx-1023, tav. XC, Londra 1935.