SBARCO (XXX, p. 983; App. II, 11, p. 791)
Le numerose, decisive, invasioni marittime condotte a termine dagli alleati durante la seconda guerra mondiale, sia sul fronte europeo (sbarchi in Sicilia, ad Anzio, in Normandia, nella Francia Meridionale), sia sul fronte del Pacifico (cfr. App. II, cit.), permettono oggi di precisare, anche in sede di teoria militare, il significato, la portata e l'importanza di queste operazioni e la tecnica con la quale esse debbono essere condotte.
Comunemente non viene fatta una distinzione tra il concetto di s. e quello di operazione anfibia, mentre lo s. è soltanto una componente dell'operazione anfibia: componente, però, così importante e delicata da definire e caratterizzare l'operazione anfibia stessa.
Un'operazione anfibia è uno s. di forze provenienti dal mare per l'esecuzione di una missione assegnata. È un'operazione che incide profondamente sul morale del nemico sconvolgendone i piani e paralizzandone i movimenti. Ha carattere prevalentemente offensivo. La sua mobilità permette l'iniziativa, la sorpresa tattica ed il rapido sfruttamento dell'eventuale successo. La semplice minaccia dell'esistenza di forze anfibie induce il nemico ad una dispersione delle sue forze. Di contro: il naviglio disponibile è un fattore che può limitare le forze occorrenti all'operazione e influisce quindi sulla scelta dello schema di manovra a terra; gli elementi naturali, quali, ad esempio, le condizioni meteo e idrografiche non buone rappresentano grossi rischi che non si incontrano nella guerra terrestre; le truppe trasportate sono sottoposte ad attacchi aerei e navali di superficie e subacquei; l'imbarco e lo s. di migliaia di uomini e di forti quantitativi di materiali rappresentano difficili problemi tecnici di logistica che impongono una particolare accurata pianificazione.
La caratteristica principale dell'operazione anfibia è rappresentata dalla necessità di costruire dal nulla e su territorio nemico una forza di combattimento. Gli accorgimenti adottati per far fronte a tale situazione costituiscono le differenze tecniche ed organizzative esistenti tra la guerra terrestre e quella anfibia.
Classifica operazioni anfibie. - Esistono, in relazione allo scopo, quattro tipi di operazioni anfibie: invasione, occupazione, incursione e dimostrazione. L'invasione è un'operazione a grandissima scala che comporta la conquista di più teste di ponte da cui vengono lanciate e sostenute vere e proprie grosse offensive (Normandia, Francia Meridionale, Sicilia). L'occupazione è la conquista di una determinata area nemica per usarla, a proprio vantaggio, come base navale, aerea e logistica per lo sviluppo di altre operazioni (la seconda guerra mondiale nel Pacifico è stata una serie di occupazioni di isole). L'incursione è una occupazione temporanea che termina con il ritiro delle truppe a missione effettuata: ha di mira l'esecuzione di atti di sabotaggio, la raccolta di informazioni sul nemico, l'evacuazione o cattura di uomini e materiali, ecc. La dimostrazione è un'operazione destinata a sconvolgere azioni di difesa o di offesa inducendo il nemico a mutare improvvisamente i suoi piani. In genere è un finto sbarco. Se lo sbarco, per aumentare l'inganno, è reale, la dimostrazione assume il nome di "s. diversivo".
Fasi. - Un'operazione anfibia di una certa importanza è sempre un'operazione combinata in quanto effettuata da formazioni delle forze armate di terra, del mare e dell'aria. Può dividersi in quattro fasi: preparatoria, di trasferimento in mare, d'assalto e logistica. La fase preparatoria include la pianificazione, l'addestramento delle truppe, le prove della particolare operazione da compiere e l'imbarco. Vengono eseguite ricognizioni (visuali, fotografiche, acustiche ed elettroniche) e bombardamenti aeronavali della zona dell'obiettivo. Il "trasferimento in mare" è un'operazione di guerra navale. Consiste nella navigazione di convogli scortati da forze aeronavali dalle basi di partenza alla zona di sbarco. In questa seconda fase proseguono le ricognizioni e vengono intensificati i bombardamenti aero-navali. Si effettuano, inoltre, operazioni di dragaggio meccanico e magnetoacustico e di perlustrazione subacquea (demolizione di ostacoli) nella zona interessante lo sbarco: L' "assalto" è la conquista della "testa di ponte": è sincronizzato con il sostegno di fuoco di aerei e di navi. La fase "logistica", infine, comporta l'organizzazione a terra dei servizî delle tre Armi, il consolidamento della testa di ponte e la preparazione dell'offensiva terrestre.
Sbarco. - È la messa a terra su costa nemica di contingenti di truppa, mezzi, armi e materiali. È un'azione componente della fase di assalto. È la parte più critica e caratteristica di un'operazione anfibia per la vulnerabilità dei trasporti e per le particolarità del movimento finale di avvicinamento alla spiaggia. È la più difficile azione di guerra. Richiede un'esatta e dettagliata pianificazione, un preciso coordinamento delle operazioni componenti ed un accurato addestramento da parte di tutte le forze partecipanti. Può essere effettuato di giorno o di notte, possibilmente all'alba; con l'alta marea in relazione all'accessibilità della spiaggia; con appoggio di fuoco o meno a seconda del tipo di operazione anfibia e del grado di sorpresa che si vuole ottenere.
Deve essere eseguito sempre con la massima possibile rapidità. È realizzato, principalmente, con la organizzazione tecnica delle truppe e dei trasporti, delle navi da sbarco e del movimento di avvicinamento dei mezzi da sbarco alla spiaggia.
Organizzazione delle truppe, dei trasporti e delle navi da sbarco. - La moderna dottrina delle operazioni anfibie è il frutto di studî, esperienze ed esercitazioni condotte dalla Marina degli S. U. A. Le sigle che definiscono i trasporti, le navi ed i mezzi da s. sono quelle in uso nella Marina americana che, del resto, è la sola che oggi dispone di una vera e propria forza navale atta a qualunque operazione anfibia. È possibile ricavare il significato delle varie sigle qui appresso usate tenendo presente quello di ogni lettera che le compone:
Nelle operazioni anfibie l'unità organica base è il battaglione. I battaglioni a bordo dei trasporti sono suddivisi in gruppi-barca e cioè in gruppi destinati a prendere terra nella stessa imbarcazione. Ogni gruppo ha un suo capo gruppo. Allo s., i gruppi-barca si radunano in apposite zone sui ponti dei trasporti (stazioni di s.) da dove i soldati, mediante reti stese lungo le fiancate delle navi, scendono nei mezzi da sbarco (in alcuni trasporti le truppe imbarcano direttamente sui "mezzi" prima che questi vengano calati in mare dalle loro grue).
I mezzi da s. sono imbarcazioni (LCVP-LCM) di diverso tonnellaggio e di minimo pescaggio, atte al trasporto di uomini e di carichi e capaci di prendere spiaggia. La loro prora, ampia e piatta, è formata da un portellone abbattibile. Sono trasportati sia dalle navi-trasporto-truppa (APA) sia da navi-trasporto-materiali (AKA).
L'organizzazione per la discarica o per il trasbordo di carri armati ed autoveicoli destinati all'assalto è insita nelle caratteristiche di costruzione delle navi da sbarco. Il principio adottato in queste costruzioni è quello di dare la massima importanza alla rapidità e all'ordine del carico e della discarica e poca considerazione alla economica utilizzazione degli spazî disponibili a bordo.
Esiste la nave da sbarco-bacino (LSD) che, allo sbarco, diventa un vero e proprio bacino-galleggiante. Piccole unità (LSU) e mezzi da sbarco (LCM), sistemati nell'interno della nave (a secco sulla platea del bacino), con l'immissione d'acqua nel bacino, vengono fatti galleggiare ed escono in mare dalla porta del bacino stesso. Le piccole unità ed i mezzi sono, naturalmente, già caricati con carri armati, automezzi, ecc. e pronti per la presa di spiaggia.
Esiste, altresì, il trasporto carri armati (LST) in cui i carri e gli automezzi trasbordano direttamente, attraverso un'ampia apertura ricavata nella prora, dalla stiva su pontoni semoventi. Può essere zavorrato con acqua di mare la cui espulsione permette la diminuzione del suo "pescaggio" e, di conseguenza, l'avvicinamento e la presa di spiaggia. Lo stesso trasporto, abbattendosi su di un fianco, può varare in mare e dal ponte di coperta le unità (LSU) ed i mezzi da s. (LCM) già carichi e pronti.
Organizzazione del movimento di avvicinamento alla spiaggia. - Il primo convoglio che raggiunge la costa nemica è la forza anfibia di attacco. Essa è formata dai trasporti e dalle navi da s. suddescritte che hanno a bordo le forze occorrenti per l'esecuzione della fase di assalto. Effettuato il trasferimento la forza anfibia di attacco, al largo della spiaggia prescelta per lo s., protetta da navi da guerra ed aerei e con l'appoggio del loro tiro e bombardamento, inizia le operazioni di sbarco. I trasporti e le navi mettono in mare i mezzi da sbarco e le truppe trasbordano su quelli loro assegnati. Via via che i mezzi sono pronti, si radunano in "ondata" in una zona di mare a proravia del convoglio (un'ondata è un gruppo di mezzi da sbarco destinati a prendere spiaggia alla stessa ora).
Movimento nave-terra. - Ha inizio così, ad ordine della nave-comando, il movimento di avvicinamento alla costa nemica che è definito movimento nave-terra. Tale movimento è pianificato in maniera tale che la prima ondata prenda spiaggia all'ora H sincronizzata con il tiro navale ed il bombardamento aereo di appoggio; tutte le altre ondate si succederanno in base alle necessità dei carichi a terra e ad intervalli di tempo calcolati in relazione alla manovra tattica, al tiro di appoggio, ed all'accessibilità della spiaggia. Le ondate navigano in linea di fronte in in numero di mezzi proporzionato all'estensione della spiaggia. Tra di esse, se i fondali lo permettono, possono esservene alcune formate da trasporti (LST). Lo sbarco dei carri armati e degli autoveicoli carichi di materiali, in questo caso, avviene o direttamente sulla spiaggia o a breve distanza da essa su pontoni semoventi.
Soldati specializzati e particolari attrezzature vengono imbarcate nelle prime ondate assieme ai reparti, allo scopo di agevolare il transito dei veicoli sulla spiaggia; di organizzare i primi depositi di materiali; di aiutare l'evacuazione dei feriti; provvedere, comunque allo sgombero o alla demolizione di ostacoli che proibiscono la presa di spiaggia dei mezzi da sbarco ed il procedere delle operazioni a terra. I mezzi, eseguito lo sbarco, ritornano nella zona di mare dei trasporti per essere eventualmente ricaricati. Rimangono in vicinanza della spiaggia ed in zone prestabilite soltanto quelli di "salvataggio" o destinati al trasporto dei feriti sulle navi ospedali.
Il movimento nave-terra si considera finito quando la discarica di convogli con le forze di assalto è terminata. I convogli sono sostituiti da altri. Lo s. continua ma è uno s. che può essere definito logistico. Le truppe ed i carichi vengono inviati a terra secondo un piano prestabilito o a richiesta dal Comando delle forze terrestri, ma non più in un movimento ordinato formato da "ondate" coordinate tra di loro e con il fuoco di appoggio.
Non sempre è possibile, però, sbarcare su spiaggie adatte allo scopo e molte volte, la presenza di barre sabbiose o di altri ostacoli naturali ed ariificiali, non permette l'uso dei normali mezzi da sbarco. In queste circostanze, le prime truppe di assalto ed i carichi loro occorrenti si trasferiscono in mare dai normali mezzi (LCVP-LCM) su mezzi anfibî a cingoli (LVT) o a ruote (DUKW) che, superati gli ostacoli, prendono spiaggia. Nel caso di impossibilità di approdo sia per i mezzi normali da sbarco sia per quelli anfibî a cingoli o a ruote, le truppe ed i carichi di assalto possono essere sbarcati da elicotteri. Tale tipo di mezzo di trasporto trova, oggi, una sempre maggiore applicazione alla luce di esigenze tattiche di dispersione o diradamento delle forze e dello snellimento della fase logistica nel quadro del possibile impiego di armi di distruzione massima. Gli elicotteri si alzano dalle navi porta-elicotteri (LPACVHA) avendo già a bordo truppe e materiali che sbarcano in particolari punti della costa per lo sviluppo della manovra d'assalto.
Movimento terra-terra. - Quando il "trasferimento in mare", e cioè la seconda fase di una operazione anfibia, è di breve durata il movimento nave-terra si trasforma in quello terra-terra. In questo caso le unità, i mezzi da s. e gli elicotteri partono da base o spiaggia amica e raggiungono direttamente la costa nemica. Ad una determinata distanza dalla zona di s. o direttamente dalla base di partenza, a seconda della lunghezza del trasferimento in mare, le unità e i mezzi si dispongono in ondate in linea di fronte ed eseguono l'avvicinamento alla spiaggia nella maniera sopra descritta (nave-terra). Questo movimento è adottato particolarmente per l'attraversamento di laghi o di larghi fiumi e per l'aggiramento di punti di resistenza.
Il movimento terra-terra può essere combinato con quello nave-terra. I mezzi da sbarco provenienti da terra si riuniscono all'ora H-x con quelli messi a mare dai trasporti e dalle navi da sbarco di assalto per partecipare ad un movimento unico nave-terra.
Infine alla concezione del movimento di avvicinamento alla spiaggia deve essere data la flessibilità derivante dal tipo di operazione anfibia e dalla particolare missione da compiere.