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SBARCO

di Filippo SANTUCCI - Enciclopedia Italiana (1936)
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SBARCO (fr. débarquement; sp. desembarco, desembarque; ted. Ausschiffung; ingl. landing)

Filippo SANTUCCI

S'intende in genere per sbarco l'operazione per cui persone o materiali vengono trasferiti da bordo di una nave a terra. Come l'imbarco, anche lo sbarco può essere temporaneo o definitivo, a seconda che le persone o il materiale debbano essere nuovamente, entro breve tempo, imbarcati oppure no. Il secondo caso è il più frequente.

Sbarco militare. - Il trasporto di corp: di spedizione oltremare si conclude con lo sbarco, in località designata, delle truppe, armi e materiali destinati ad operare a terra.

Il passaggio dalle navi a terra e la prima sistemazione presso la costa sono eseguite secondo un piano di sbarco collegato al piano di imbarco (v. imbarco: Imbarchi militari) e dove si tiene conto delle caratteristiche del terreno, delle condizioni metereologiche e della possibilità di reazione da parte di chi abbia interesse ad opporsi allo sbarco.

Per quanto riflette le caratteristiche topografiche della località di approdo si può affermare che ben poca probabilità di riuscita presenta lo sbarco di un forte contingente di truppe lungo una spiaggia aperta o anche in golfo naturale ampio ma non attrezzato a porto. Tentare di prendere terra in tali condizioni significherebbe mettersi alla mercé del mare o della reazione del nemico. È assai preferibile, perciò, che la spedizione effettui, possibilmente, le operazioni di scarico nella tranquillità di un porto, già conquistato.

Volendosi organizzare a porto di circostanza una rada naturale, e circondare con navi portanti il relativo specchio d'acqua, sul quale mettere alla fonda i navigli della spedizione, occorre distendere all'incirca 20 km. di reti per un centinaio di unità di tonnellaggio medio. Nel caso in cui si sia obbligati a fermarsi in un porto troppo angusto, lo si occupa con la maggior quantità possibile di navi, fermando le rimanenti nelle vicinanze, sempre in posizioni protette.

Nelle provvidenze per lo sbarco occorre garantire la sicurezza dell'approdo (sia contro le offese nemiche, sia contro gli elementi della natura), la prima presa di possesso delle località, il trasbordo a terra delle truppe e dei materiali della spedizione, e infine il rifornimento continuativo delle forze sbarcate.

La varietà delle circostanze conferisce varietà di forme alle operazioni di sbarco. Così quando un corpo di spedizione muove dal territorio nazionale diretto ad altro territorio appartenente alla nazione, o a paese alleato, lo sbarco, non contrastato, si effettua come in tempo di pace per con gli ordinarî. Se si deve prendere terra su costa tenuta dal nemico, i provvedimenti d'ordine bellico si adegueranno allo scopo dello sbarco, che può essere: 1. l'invasione del territorio a scopo di conquista; 2. una dimostrazione, per attirare forze nemiche in direzione divergente; 3. lo stabilire una base in vista di ulteriori operazioni offensive; 4. l'assedio di basi navali del nemico; 5. l'attuazione di colpi di mano nell'immediato retroterra, con portata militare limitata.

Per la buona esecuzione di uno sbarco si deve avere di mira l'azione di sorpresa; e cioè ingannando il nemico sul tempo e sulla precisa località dello sbarco.

La fase più importante è la prima presa di possesso del terreno nemico e relativa protezione (testa di sbarco). Scelte le zone in cui truppe e materiali debbono prendere terra, occorre paralizzare le difese avversarie mediante le artiglierie della flotta navale o il bombardamento della flotta aerea che hanno scortato il convoglio. E tale azione, affinché riesca, dev'essere impostata sul costante coordinamento delle forze di terra, di mare e aeree; conseguendo da ciò la necessità di un comando unico, che abbia la piena investitura e responsabilità della condotta delle operazioni. L'avanguardia che prima scende a terra può essere costituita dalla truppa del corpo di spedizione, o da truppe di marina o da reparti speciali.

Le truppe di mare sono impiegate nella manovra per la protezione degli sbarcanti.

Per avere truppe allenate allo sbarco furono costituite, in Italia, le "compagnie da sbarco" che sostituirono la "fanteria marina", comune alla marina sarda e ad altre marine del sec. XIX. Tali compagnie vengono formate addestrando un certo numero di persone dell'equipaggio di una nave da guerra, delle diverse categorie. Riuniti in plotoni e in compagnie, questi uomini vengono convenientemente equipaggiati e provveduti di un'adeguata attrezzatura logistica. Le compagnie da sbarco hanno il compito di scendere per prime sul territorio di approdo e di stabilire un collegamento con le truppe stabili che sbarcheranno successivamente: avvenuto lo sbarco delle truppe regolari, le compagnie da sbarco riprendono i loro posti a bordo.

Ha particolare importanza lo studio dei rifornimenti (viveri e munizioni) di cui devono essere dotati gli organismi sbarcati, anche dal punto di vista del successivo rifornimento da mare.

L'operazione di sbarco importa l'uso dei natanti che, per il passato, erano costituiti dalle imbarcazioni delle navi di trasporto o da rimorchi. L'esperienza recente ha consigliato l'uso dei natanti semoventi, capaci di imbarcare alcune centinaia di uomini, con uno scafo di lamiera blindata, atto a resistere ai tiri dei fucili e delle mitragliatrici, e di scarsa pescagione. Il terreno sul quale lo sbarco avviene può variare fra l'estremo di una spiaggia piatta o lentamente degradante verso il mare, e l'altro estremo di una costa alta e a picco.

Nel primo caso, oltre all'impiego di barche, riesce utile l'adozione di pontili di circostanza.

Nel secondo caso, il naviglio attracca direttamente alla riva; se, per ragioni di spazio non tutte le unità di trasporto possono accostare, si ricorrerà all'uso dei natanti per gli uomini, riservando invece l'attracco diretto per lo scarico dei quadrupedi e dei materiali più pesanti.

Vedi anche
compagnia scienza militare Nelle forze armate odierne, reparto organico di truppe che è allo stesso tempo unità tattica, di addestramento, disciplinare e amministrativa. Conta circa 200 uomini inquadrati da due o più subalterni e comandati da un capitano. A seconda del compito cui è destinata, la compagnia di ... porto Specchio d’acqua, per lo più marina, adiacente alla costa, più o meno ampio e protetto, dove le navi possono accedere e sostare con sicurezza, sia per trovarvi ricovero durante le tempeste e subire le riparazioni di cui possono aver bisogno, sia per compiervi le operazioni inerenti allo svolgimento dei ... nave Costruzione di una certa grandezza e capacità (stazza lorda superiore a 50 t; per stazze inferiori si parla di imbarcazione), adibita al trasporto per acqua di persone, merci, o anche ad azioni belliche. In senso stretto e più comune, sono nave quelle che galleggiano sull’acqua, in senso più ampio, anche ... banchina Tratto delle rive dei porti e delle rade, con opere murarie o palafitte, in legno o in cemento armato, dove è possibile accostare le navi o i galleggianti per rendere facile, mediante una serie di adeguate attrezzature portuali, lo sbarco e l’imbarco diretto delle persone o dei materiali. ● Nelle stazioni ...
Vocabolario
sbarco
sbarco s. m. [der. di sbarcare1] (pl. -chi). – 1. a. Lo sbarcare da una nave o da un’imbarcazione (e, per estens., da un aeromobile) persone o merci: lo s. dei feriti; le operazioni di s.; lo s. del carbone, delle casse (più com. scarico)....
sbarcare¹
sbarcare1 sbarcare1 v. tr. e intr. [der. di barca1, col pref. s- (nel sign. 3), in contrapp. a imbarcare] (io sbarco, tu sbarchi, ecc.). – 1. tr. a. Scaricare da un’imbarcazione o da una nave le merci o i materiali imbarcati: s. parte del...
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