SBARRA
. Famiglia gentilizia e mercantile di Lucca, proveniente dal castello di Lombrici in Versilia, dal quale ebbe il marchionato. Bandita nel 1308 dalla fazione popolare dei Neri, si ritrova in città ai giuramenti resi a Giovanni di Boemia e al suo figlio Carlo (1331) e, da allora, nei primi uffici della repubblica, fino al suo termine, nel 1799. Giovanni di Fiore S. fu degli ambasciatori inviati a Benedetto XII in Avignone (1341) per ottenere l'assoluzione dall'interdetto. Giovanni di Francesco fu dal 1447 al 1462 potestà di Foligno, di Siena e di Bologna. Francesco di Filippo (1611-68), letterato e poeta, è specialmente noto per i suoi melodrammi e per le azioni sacre che gli ottennero il titolo di poeta aulico presso la corte dell'imperatore Leopoldo I in Vienna, dove morì. All'estero gli S. (Esbarre, Ysbarre, Esbarce) vennero meglio conosciuti quali esportatori di seterie, come mercanti di arredi, gioielli e oreficerie, nonché come "caorsini", prestatori alle corone di Francia e di Borgogna. Trassero maggiori profitti dall'appalto delle zecche regie, essendo stati Carlo, Fiore, Giovanni, Pietro e Riccardino, dal 1358 al 1386, maestri della zecca a Parigi, a Montpellier, a Tolosa e altrove.
La figura piu̇ rappresentativa della famiglia è Agostino di Giovanni, che sostenne fin dal 1397 l'oneroso, ma lucroso ufficio di maître particulier de la monnaie de Paris e che nel 1420 prese in appalto, con altri monetieri, il conio delle monete d'oro delle maggiori zecche della Francia. Fu fornitore ai duchi di Borgogna e ai Valois di stoffe e di oreficerie, unito in rapporti commerciali con le compagnie dei Rapondi, dei Guinigi e dei Guidiccioni, suoi concittadini. Accusato di avere alterato il titolo della moneta d'oro, fu carcerato a lungo. Morì in Parigi, mentre si svolgeva la causa, il 27 agosto 1425.
La fortuna degli S., al pari di quella degli altri mercanti e banchieri italiani in Francia e in Fiandra, decadde intorno alla metà del sec. XV per cause civili ed economiche, quali furono la guerra fra Armagnacchi e Borgognoni, e la ripresa delle ostilità con gli Inglesi; l'avvenuta svalutazione della moneta e le nuove correnti commerciali che fecero affluire le mercanzie sugli emporî di Europa. Gli S., ritornati in patria, convertirono la ricchezza superstite nel patrimonio fondiario. Si estinsero all'inizio del sec. XIX, nell'abate Antonio di Andrea.
Bibl.: Carte Sbarra (1164-1578), Archivio di stato in Lucca; G. V. Baroni, Famiglie lucchesi, ms. 1102 della Biblioteca governativa di Lucca; L. Mirotl, Études Lucquoises, in Revue d'érudition de la Bibliothèque de l'École des chartes, Parigi 1927-30; G. Sforza, F. M. Fiorentini ed i suoi contemporanei lucchesi, Firenze 1879 e in Atti della R. Accademia lucchese, XX-XXIV.