scacco
Con il valore di " casella di una scacchiera " ricorre in Pd XXVIII 93 'l numero loro [degli angeli] / più che 'l doppiar de li scacchi s'inmilla, si prolunga, nell'ordine delle migliaia, tanto da superare il numero che si otterrebbe sommando i primi 64 termini (quante sono le caselle di una scacchiera) della progressione geometrica dei doppi a cominciare dall'unità (che è un numero altissimo, di venti cifre, pari a 264-1).
L'espressione contiene un riferimento alla leggenda, assai diffusa, secondo la quale l'inventore degli scacchi aveva chiesto in ricompensa al re di Persia tanti chicchi di grano, quanti ne risultassero ponendo un chicco nella prima casella della scacchiera, due nella seconda, quattro nella terza, e così via, sempre raddoppiando, fino alla sessantaquattresima. Ne risultò un numero superiore, sebbene in sé finito, a ogni nostro calcolo, oltre che alle disponibilità di grano del re.
Un'analoga immagine - presente già nella poesia provenzale - si trova nel Mare amoroso 314-315 " sì com'cresce il numer de lo scacchiere, / che tanto cresce che non truova fine ".
Il gioco degli s. è ricordato in Fiore LXIII 1 S'a scacchi, o vero a tavole giocassi / colla tua donna.