SCALA
. Musica. - Termine musicale che designa una successione ordinata dei suoni, varia attraverso i tempi e le civiltà, posta a base di tutto un sistema musicale; ne è sinonimo il termine gamma.
F. A. Gevaert crede di poter individuare nel diatonico pentalonico, che egli chiama anche protodiatonico, il sistema più antico, che ancora oggi si può riscontrare presso i Mongoli, i Cinesi, i Giapponesi, gli aborigeni d'America e i Celti delle isole britanniche. Esso è fondato sulla serie di cinque suoni - do, re, mi, sol, la - da cui si ricavano quattro "modi". Molti temi wagneriani, in specie quelli destinati a caratterizzare esseri sovrannaturali, si riportano, sia pure casualmente, a questo sistema: p. es., il tema dell'uccello parlante nel Sigfrido.
La scala pitagorica, o scala dei Greci, si ottiene seguendo la progressione delle quinte esatte, vale a dire non temperate (v. temperamento), dalla quale si ricava una serie di sette suoni congiunti per toni e semitoni: do, re, mi, fa, sol, la, si (v. grecia: Musica). Particolarità della scala greca è di essere divisa in due tetracordi che possono essere disgiunti, come, ad es., nella scala dorica - mi, re, do, si ∥ la, sol, fa, mi - o congiunti, come, ad es., nella scala ipodorica - la, sol, fa, mi, re, do, si, [la].
Il sistema musicale indiano ha per base la divisione dell'ottava in dodici semitoni e l'ottava stessa ha pressoché l'identica struttura della scala europea. Il sistema completo comprende ben 72 scale divise in due grandi classi (v. india: Musica).
Nel sistema europeo, fondato sulla divisione della scala in dodici semitoni uguali, detta perciò temperata, la scala forma la base della tonalia (v.). Essa si distingue in scala diatonica, fomiata dai suoni della serie naturale disposti per gradi congiunti di toni e semitoni - do, re, mi, fa, sol, la, si, do - e scala cromatica, composta dai suoni naturali più quelli alterati, procedenti per semitoni - do, do♯ re, re♯ mi, fa, fa♯ sol, sol♯, la, la♯, si, do nel senso ascendente; do, si, si♭, la, la♭, sol, sol♭, fa, mi, mi♭, re, re♭, do nel senso discendente. Altra distinzione è quella che si riferisce al "modo" (v.), per cui si hanno: la scala maggiore, caratterizzata dall'intervallo di terza maggiore fra il primo e il terzo grado (do-mi) e dai due semitoni posti costantemente fra il terzo e il quarto grado (mi-fa) e fra il settimo e l'ottavo (si-do), e la scala minore, la cui caratteristica invariabile è l'intervallo di terza minore fra il primo e il terzo grado (do-mi♭). Considerati in senso verticale, e cioè nella loro giustapposizione, tali intervalli, come anche tutti gli altri possibili nella scala, assumono figura armonica, in bicordi e in accordi. La diversa disposizione dei semitoni dà origine poi alla distinzione della scala minore in armonica: do, re, mi♭, fa, sol, la♭, si, do e, viceversa, melodica: do, re, mi♭, fa, sol, la, si, do, si♭, la♭, sol, fa, mi♭, re, do, e mista: do, re, mi♭, fa, sol, la♭, si, do, si, la♯, sol, fa, mi♭, re, do.
Per la loro diversa importanza funzionale nello studio della tonalità, i gradi della scala sono, nel sistema, europeo, distinti da nomi speciali: tonica il 10, sopra-tonica il 20, mediante il 30, sottodominante il 40, dominante il 50, sopra-dominante il 60, sensibile il 70.
La fantasia dei musicisti si è sbizzarrita a trovare nuove successioni di suoni e lo stesso G. Verdi si servì, per la sua Ave Maria per coro a 4 voci, di una scala che chiamò enigmatica:
L'impressionismo di C. Debussy, e quindi tutta la scuola moderna che ne derivò, ha fatto un efficace uso della scala per toni interi o esafonica - do, re, mi, fa♯ (- sol♭), la♭, si♭, do -; F. Busoni, D. Alaleona, V. Frazzi, A. Hàba, ecc., hanno escogitato ancora altre scale o modificando nei modi più varî la scala diatonica per mezzo delle alterazioni, o suddividendo in due, tre, quattro, sei e dodici parti uguali la scala cromatica.
Bibl.: G. Gasperini, Storia della semiografia musicale, Milano 1904; F. A. Gevaert, Traité d'harmonie, Parigi 1905-07; A. Cimbro, Le gamme per terzi di tono, in Riv. mus. it., 1920; D. Alaleona, I moderni orizzonti della tecnica musicale, ibid., 1911; F. Busoni, Cenni di una nuova estetica musicale, in Harmonia, I, n. 3; A. Vinée, Principes du système musical et de l'Harmonie théorique et appliquée, Parigi 1909; R. Lenormand, Étude sur l'Harmonie moderne, ivi 1913; A. Lavignac, La Musique et les Musiciens, ivi.