equivalenza, scale di
Scale utilizzate nelle indagini statistiche per uniformare unità di analisi eterogenee. Le scale di e. vengono principalmente impiegate per comparare i livelli di benessere tra soggetti con caratteristiche economiche o demografiche differenziate, attraverso la misurazione del reddito equivalente, della disuguaglianza o della povertà. Con tali strumenti si possono confrontare i livelli di benessere sia di differenti gruppi sociali all’interno della stessa economia sia di luoghi diversi. I metodi per la definizione e il calcolo delle scale di e. possono suddividersi in almeno 4 principali categorie: scale normative, modelli uniequazionali, sistemi completi di domanda e scale intertemporali.
Le scale di e. trovano applicazione, oltre che nella ricerca scientifica, anche in ambito normativo, per es. per la formazione di graduatorie pubbliche che consentano l’accesso a servizi agevolati.
Sono basate sulla definizione di un paniere di beni necessario a garantire la sussistenza di nuclei familiari con caratteristiche eterogenee. All’interno dei differenti nuclei familiari, a ogni individuo è attribuito un peso diverso a seconda della scala normativa utilizzata. Per es., la scala OCSE assegna un peso pari a 1 al primo adulto, 0,7 agli altri adulti che compongono il nucleo familiare, e 0,5 per ogni membro al di sotto dei 16 anni. Sebbene abbia incontrato un’ampia diffusione, la scala OCSE è soggetta a numerose critiche (per es., B. Buhmann e altri, Equivalence scales, well-being, inequality and poverty, «Review of Income and Wealth», 1988, 34, 2), poiché assegna un peso relativo troppo alto a ogni individuo ulteriore al primo, inducendo quindi un’alta elasticità rispetto alla numerosità familiare. Pertanto, in letteratura sono state proposte scale differenti, specie laddove l’analisi si rivolga a sistemi in cui il reddito non sia impiegato unicamente per la mera sussistenza e in cui siano presenti economie di scala (➔ scala, economie di) all’interno del nucleo familiare.
Si fondano sull’ipotesi che il benessere economico di ogni nucleo familiare sia funzione della spesa dedicata a un determinato gruppo di beni di consumo. L’esempio più noto è quello di E. Engel (Die Lebenkosten belgischer Arbeiter-Familien früher und jetzt, «International Statistical Institute Bulletin», 1895, 9), secondo il quale due nuclei familiari raggiungono lo stesso livello di benessere quando spendono nel consumo di beni alimentari la stessa frazione di reddito familiare (food ratio method). Un aumento dei componenti del nucleo familiare implica una maggiore spesa in beni alimentari, dunque un maggiore reddito per preservare lo stesso livello di benessere.
Prendono in esame la spesa relativa sostenuta da ciascun nucleo per il raggiungimento di un medesimo livello di benessere. In questo caso non ci si concentra su un unico insieme di beni, come, per es., i beni alimentari, bensì sull’intera funzione di domanda. Assegnato un predeterminato livello di utilità ū, i Sistemi Completi di Domanda (SCD) sono funzione del livello corrente dei prezzi e di vettori che definiscono le peculiarità familiari, come per e. la numerosità, o la distribuzione anagrafica.
Tale categoria di scale è stata introdotta per tenere conto di un’ulteriore variabile, ovvero della differenziazione dei costi nel corso del tempo.