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scaltrare

di Federigo Tollemache - Enciclopedia Dantesca (1970)
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scaltrare

Federigo Tollemache

Denominale di ‛ scaltro ', s. ricorre solo in Pg XXVI 3 il buon maestro / diceami: " Guarda: giovi ch'io ti scaltro ", col significato di " fare accorto ".

La preferenza data a ‛ s. ' anzi che al più comune ‛ scaltrire ' (i denominali da aggettivi sono solitamente della quarta coniugazione), pur essendo del tutto legittima, è qui dovuta alla rima, giacché scaltro e altro sono le due sole rime in -altro in tutto il poema. Il Buti, badando anche al senso allegorico, così commenta: " Suole dirsi dell'omo pratico e scorto del mondo: Elli è uno scaltrito omo; e cusì si pillia quivi io ti scaltro; cioè ti scorgo e faccio pratico de la via per la via stretta tra i vizi: imperò che agevilmente si potrebbe cadere, necessaria è la guida de la ragione ".

Vocabolario
scaltrire
scaltrire (ant. scalterire) v. tr. [der. di un lat. volg. *calterire, forse der. di cauterium: v. cauterio] (io scaltrisco, tu scaltrisci, ecc.; ant. io scaltro, ecc.). – 1. Rendere scaltro o più scaltro: l’esperienza mi ha scaltrito; il...
scaltro
scaltro agg. [der. di scaltrire]. – 1. Di persona, pronto e capace nel riconoscere e valutare quanto può tornare a proprio utile o a proprio danno; accorto e perspicace nel parlare e nell’agire: è troppo s., non lo si può imbrogliare; un...
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