scaltrare
Denominale di ‛ scaltro ', s. ricorre solo in Pg XXVI 3 il buon maestro / diceami: " Guarda: giovi ch'io ti scaltro ", col significato di " fare accorto ".
La preferenza data a ‛ s. ' anzi che al più comune ‛ scaltrire ' (i denominali da aggettivi sono solitamente della quarta coniugazione), pur essendo del tutto legittima, è qui dovuta alla rima, giacché scaltro e altro sono le due sole rime in -altro in tutto il poema. Il Buti, badando anche al senso allegorico, così commenta: " Suole dirsi dell'omo pratico e scorto del mondo: Elli è uno scaltrito omo; e cusì si pillia quivi io ti scaltro; cioè ti scorgo e faccio pratico de la via per la via stretta tra i vizi: imperò che agevilmente si potrebbe cadere, necessaria è la guida de la ragione ".