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scalzo

di Domenico Consoli - Enciclopedia Dantesca (1970)
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scalzo

Domenico Consoli

" Senza calzature ". Rinunziare alle calzature per amore di povertà rientra tra i precetti di Cristo agli Apostoli: " Nolite possidere aurum neque argentum neque pecuniam in zonis vestris, non peram in via neque duas tunicas neque calceamenta neque virgam " (Matt. 10, 9-10; e v. Luc. 10, 4; 22, 35; ma Marc. 6, 8-9 " Et praecepit eis ne quid tollerent in via, nisi virgam tantum: non peram, non panem neque in zona aes, sed calceatos sandaliis "). Ma nel presentare Pietro e Paolo magri e scalzi, / prendendo il cibo da qualunque ostello (Pd XXI 128), D. è, con ogni probabilità, sotto la suggestione della sua viva adesione ai francescani, di cui altrove mette in rilievo la caratteristica di esser magri per l'astinenza e andar s.: Illuminato e Augustin son quici, / che fuor de' primi scalzi poverelli (XII 131; e cfr. vv. 80 e 83).

Così, nell'ambito della polemica aspramente dibattuta ai suoi tempi intorno alla povertà di Cristo e degli Apostoli e per effetto delle sue più profonde aspirazioni, egli vedeva in Pietro e Paolo due " francescani avant-la-lettre; anch'essi non solo magri e scalzi, ma persino elemosinanti " (U. Bosco, D. vicino, Caltanissetta-Roma 1966, 341; ma v. anche le pp. 338-340).

Con alzi e rincalzi s. è l'unico esempio di rima in -alzi in tutto il poema.

L'aggettivo ritorna, a caratterizzare la povertà esteriore della seconda delle tre donne, in Rime CIV 26 discinta e scalza, e sol di sé par donna.

Vocabolario
scalzo²
scalzo2 scalzo2 s. m. [prob. der. di scalzare]. – Nelle forme di formaggio, la superficie laterale, generalmente convessa, compresa tra le due basi circolari, e quindi anche la distanza fra queste: altezza dello scalzo.
scalzare
scalzare v. tr. [lat. excalceare, der. di calceus «scarpa», col pref. ex-]. – 1. Togliere calze e scarpe dai piedi di qualcuno. Come rifl., togliersi le scarpe e le calze, rimanere a piedi nudi: Ada s’era scalzata e camminava sulla battima...
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