SCAMANDRO (Σκάμανδρος, Ξάνϑος; Scamander, Xanthus)
Secondo Omero (Il., xx, v. 79 ss.) con il nome di S. gli uomini designavano quel fiume (Xanthos secondo la denominazione degli dèi) che bagnava la terra di Troia. Figlio di Zeus (Il., xiv, v. 434 s.; secondo Esiodo invece, Theog., 345, egli, come numerosi altri fiumi, è generato da Oceano e Teti e, come il fratello Simoenta, è chiamato ϑεῖος; Omero invece lo chiama δῖος), questo dio fluviale prende vivissima parte alle lotte intorno alle sacre mura di Ilio: indignato di ricevere tanto sangue e tanti cadaveri nelle sue acque, straripa, sinchè Efesto non lo persuade a rientrare nel suo letto. Dall'unione dello S. con la ninfa Idea nacque Teucro, il più antico re della Troade (Apoll., iii, 139 W); per questo è considerato il capostipite della famiglia reale di Troia.
L'iconografia dello S. non differisce da quella altrimenti assai diffusa, per divinità fluviali o marine. Su un bassorilievo trovato a Troia (Schliemann, Troia, n. 126), è raffigurato con cornucopia ed urna, dalla quale sgorga dell'acqua. Ugualmente giacente od appoggiato a rupi S. compare, sempre con idria e cornucopia, la parte superiore del corpo nuda, sui due rilievi che rappresentano il giudizio di Paride, da Villa Ludovisi (Museo Naz. Romano) e Villa Pamphili. Si tratta di copie adrianee di rilievi ellenistici. Anche un rilievo di Palazzo Spada rappresenta lo S. come un uomo barbato, coronato di foglie, con un mantello che gli copre le spalle e, lasciandogli nudo il torso, gli si avvolge poi intorno alle gambe. Una pittura del Sepolcreto dei Nasoni ed una lucerna con simile figurazione completano la serie di monumenti che si possono riferire a questa divinità. Inoltre monete romane della nuova Ilio (emissioni enee di Nerone, M. Aurelio e Geta) ne presentano la figura, accompagnata da didascalia.
Bibl.: C. Robert, Sarkophagrel., II, Berlino 1890, tav. IV, 10; Wörner, in Roscher, IV, 1909-15, c. 986, s. v.; B. V. Head, Historia numorum2, Oxford 191, p. 547; A. B. Cook, Zeus, II, Cambridge 1925, p. 481; J. Schmidt, in Pauly-Wissowa, III A, 1928, c. 434, s. v.; R. Paribeni, Museo Naz. Romano, Roma 1928, n. 128 (85-63), p. 97 ss.; M. Borda, La pittura romana, Roma 1958, p. 282 s.