Scandinavia
In VE I VIII 4 D., basandosi sulle nozioni geografiche della sua epoca, tenta arditamente di delineare una sintetica ripartizione linguistica dell'Europa. Del nord, però, egli ha una conoscenza alquanto vaga. Infatti, dopo aver nominato Teutonicos, Saxones, Anglicos, aggiunge genericamente et alias nationes. In Ep V 11, rivolgendosi al popolo italiano, lo apostrofa sanguis Longobardorum e poco dopo (§ 12) Scandinaviae soboles, identificando Longobardi e Scandinavi: è l'unico luogo dantesco in cui si citi la S., poiché D. dovette avere delle notizie limitate di questa regione, forse per la scarsezza della diffusione delle fonti storiche che trattavano di questi popoli; soltanto in Pd XIX 139 cita quel... di Norvegia che la critica ha identificato, non senza controversie, in Acone V, re di Norvegia (1299-1319).
Conosciuta sia pure vagamente già in epoca romana, la S. appare nella storia di Europa con la spedizione dei Normanni e con il grande periodo di espansione dei popoli del nord dalla fine dell'VIII alla metà del sec. X. In quest'epoca si cominciarono a delineare le frontiere, mentre ogni stato all'interno tentava di organizzare la sua unità. Tuttavia abbastanza tardi si farà strada l'idea della differenziazione delle nazionalità, anche per la sopravvivenza di un comune linguaggio. Fu così possibile per esempio la riunione, sotto il regno anglo-danese di Canuto il Grande, della Norvegia e di zone della Svezia (1028). Con la dissoluzione (metà sec. XI), del regno nordico di Canuto il Grande, i tre stati Svezia, Norvegia e Danimarca divennero indipendenti. I tre regni avevano in comune una notevole arretratezza delle condizioni economiche, una struttura sociale ancora in formazione, una debole dignità regia. Frattanto già dal sec. IX il cristianesimo si andava diffondendo. Esso insieme con la civiltà europea penetra attraverso due grandi rotte: la strada dell'ovest dal regno franco e dall'Inghilterra al Baltico meridionale e alla Norvegia; la strada dell'est da Costantinopoli e da Kiev alla Svezia. Quest'ultima favorì l'influenza ortodossa nei paesi baltici. Sebbene il cristianesimo si fosse consolidato definitivamente in tutti e tre i regni nordici, l'organizzazione diocesana tuttavia procedeva lentamente, anche per l'assenza di grandi centri urbani. Dall'epoca di Gregorio VII in poi vennero erette province ecclesiastiche autonome per ogni regno. La Chiesa era un potente strumento di cultura e un valido mezzo di rafforzamento del potere regio; grazie alla sua iniziativa infatti furono stabilite norme per la successione al trono, arginando le sanguinose guerre civili che dilaniavano il paese alla morte dei regnanti. Dopo la metà del sec. XII e specialmente durante il XIII la struttura economica e sociale dei tre regni progredì rapidamente verso forme più avanzate. Ai tempi di D. la Danimarca era la regione più progredita, la Svezia la più arretrata, anche perché più a lungo turbata dalle guerre civili. Dal sec. XIV in poi lo sviluppo della vita economica e politica dei regni nordici fu condizionato dalla egemonia baltica della Lega Anseatica (vedi anche FINLANDIA).
Bibl. - H. koht, The Scandinavian Kingdoms until the end of the thirteenth century, in The Cambridge Medieval History, VI, Cambridge 1929, 362-392; L. Musset, Les peuples scandinaves au Moyen-âge, Parigi 1951.