SCANTILLA (Manlia Scantilla)
Moglie di Didio Giuliano, madre di Didia Clara. Secondo una tradizione (Herodian., ii, 6, 7; Zosim, i, 7, 2) non accolta da altri, spinse il marito ad aspirare all'impero e fu con lui e con la figlia, proclamata Augusta nel 193 d. C. Ucciso il marito, ne ottiene da Settimio Severo la salma per tumularla lungo la via Labicana.
Le uniche effigî sicure sono quelle sulle monete, dato che tra i vari ritratti in scultura che le sono stati attribuiti l'unico che sembri, con qualche probabilità, raffigurarli è quello conservato alla Gliptoteca Ny Carlsberg. È presentata come una donna di una certa età dall'aria volitiva e decisa, con fronte massiccia, naso risentito e arcuato, grande occhio, bocca carnosa inquadrata da due rughe profonde. Il mento è prominente, il collo lungo; i capelli divisi al sommo del capo, scendono in morbide bande regolarmente ondulate ai lati del volto, ricoprendo le orecchie e si intrecciano in un'ampia crocchia piatta sulla parte posteriore del cranio, secondo la moda che vediamo adottata da Titiana, Clara e, in certo periodo, da Giulia Domna.
Bibl.: H. Cohen, Monn. Emp., III, p. 401-402; J. J. Bernoulli, Röm. Ik., II, 3, p. 12-14; E. A. Stückelberg, Bildnisse röm. Kaiser, Zurigo 1916, tav. 64; Mattingly-Sydenham, Rom. Imp. Coinage, Londra 1933, IV, i, p. 16 e 18, tav. a, 16-17, IV, i. Ritratto Ny Carlsberg: J. J. Bernoulli, Röm. Ik., II, 3, tav. VI; Arndt-Bruckmann, Griech. röm. Porträts, Monaco 1891, n. 567-568; Ny Carslberg: Billedtavler, n. 717.