Scarface
(USA 1931, 1932, Scarface, bianco e nero, 95m); regia: Howard Hawks; produzione: Howard Hawks, Howard Hughes per Caddo Company/Atlantic; soggetto: dall'omonimo romanzo di Armitage Trail; sceneggiatura: Ben Hecht, Seton I. Miller, John Lee Mahin, William R. Burnett; fotografia: Lee Garmes, William O'Connell; montaggio: Edward Curtiss; scenografia: Harry Oliver; musica: Adolph Tandler, Gus Arnheim.
Chicago, primi anni Venti. Con l'omicidio a sangue freddo del proprio boss 'Big Louie' Costillo, la guardia del corpo Tony 'Scarface' Camonte diviene il braccio destro del nuovo capo, Johnny Lovo: per suo conto dovrà imporre col ricatto ai locali della zona l'esclusiva della birra che questi distribuisce clandestinamente. Camonte, con l'aiuto del luogotenente Guino Rinaldo, si spinge molto presto oltre i suoi incarichi: sconfina nella zona controllata dagli irlandesi e ne uccide il capo O'Hara, dando inizio per le strade della città a una guerra senza quartiere con la gang antagonista, il cui nuovo boss, Tom Gaffney, ha come primo obiettivo uccidere Camonte. Sulle sue tracce è anche l'ispettore Guarino, che non ha prove per incastrarlo, ma gli sta con il fiato sul collo. Giocando d'anticipo, con l'inganno Camonte organizza un'efferata strage di sette uomini della gang di Gaffney nel giorno di San Valentino. La fama di Scarface cresce velocemente, la sua spregiudicatezza lo porta a eliminare tutti gli ostacoli sul cammino della sua affermazione: l'invidia nei confronti della posizione di Lovo, e l'attrazione per la sua donna, Poppy, lo conducono al passo successivo. Una sera, in un locale, Poppy sceglie la fiamma dell'accendino che Tony, contemporaneamente al capo, le offre per accendere la sigaretta: i due finiscono a danzare insieme. Poi Camonte fa una violenta scenata alla sorella Cesca perché veste troppo discinta e la porta a casa di forza: ignora che Cesca ha una relazione con il suo braccio destro Guino. Appena fuori, lo accoglie una raffica di mitragliatore, alla quale scampa per poco. Camonte immagina che l'autore dell'attentato sia Lovo, e lo fa freddare da Guino. Ora è il boss incontrastato della gang: con l'eliminazione di Gaffney, avrà il controllo totale del traffico clandestino di alcolici a Chicago. Tony parte in vacanza per la Florida: al ritorno, non trova più Cesca. Accecato dalla gelosia, la raggiunge nella nuova casa e la trova a suonare il pianoforte per Guino: in un attimo uccide il suo braccio destro, senza dare il tempo alla ragazza di spiegargli che si sono sposati il giorno prima. Cesca è disperata, insulta il fratello, poi, quando sente sopraggiungere le sirene della polizia, si getta tra le sue braccia e lo perdona, ma è raggiunta da un proiettile mortale. Nella stanza irrompe un fumogeno della polizia: Camonte esce con la pistola in pugno, ma un colpo gliela spazza via dalla mano: dopo aver finto di arrendersi, tenta la fuga, ma resta ucciso da una raffica di colpi sparati dalle forze dell'ordine.
Tra le opere di maggior pregnanza estetica dirette dal poliedrico regista e produttore Howard Hawks, Scarface, apertamente ispirato alla storia del gangster italoamericano Alphonse Capone detto 'Al', segnò insieme a Little Caesar di Mervyn LeRoy e The Public Enemy (1931, Nemico pubblico) di William Wellman la nascita di un genere di forte attualità cronachistica e impatto drammatico, quello del gangster movie. Scritto da un nutrito gruppo di sceneggiatori coordinato da Ben Hecht, nativo di Chicago, sulla base del romanzo Scarface di Armitage Trail (pseudonimo di Maurice Coons) e facendo ampio ricorso alle cronache giornalistiche, il film incorse in numerosi divieti da parte della censura; questa impose a Hawks tagli, cartelli ammonitori, scene aggiuntive e voci over per indirizzare il pubblico dell'era proibizionista, mentre la battaglia contro il commercio clandestino di alcolici era ancora in corso, a una decisa riprovazione verso i protagonisti della vicenda. Gli interventi e i rifacimenti (diretti dal regista Richard Rosson) ebbero diverse ripercussioni sul piano stilistico: alla moderna ritmicità del montaggio e alla marcata gratuità psicologica della violenza dei trenta omicidi mostrati nel film fa fronte il loro aver luogo spesso fuori campo, secondo la lettera del codice di autoregolamentazione Hays. Allo stesso tempo la contraddittorietà dei personaggi, che ne umanizza i contorni, è sovente smentita dai picchi di retorica manichea dei discorsi affidati a rappresentanti delle forze dell'ordine.
Ciononostante, a rendere Scarface maggiormente radicale e incisivo rispetto alle coeve indagini sociologiche dei film di Wellman e LeRoy, più netti sul piano morale e improntati a un severo paternalismo nell'analisi dei personaggi, è la fusione tra elemento patetico-melodrammatico e humour nero in Tony Camonte. Il personaggio, accanto al temperamento efferato, aggressivo e vitalistico da signore rinascimentale dedito a sperperare e a tessere intrighi immorali per smania di potere, circondato da una corte di assassini e tirapiedi, ha un lato quasi infantile, più scoperto e umano, che spicca in rapporti come quello con il segretario analfabeta Angelo, o nella parossistica, perversa gelosia quasi incestuosa nei confronti della sorella che lo condurrà fatalmente alla rovina. Il racconto per immagini dal gusto moderno e scabro (impressionanti il piano-sequenza di apertura dell'uccisione del vecchio boss e la scena finale della morte del gangster), e la dura critica del lato oscuro e cupido dell'individualismo e del mito del successo, rendono ancora oggi attuale la figura del protagonista. Il finale del film è una versione mediata tra quello spietato previsto dal regista, che mostrava la morte di Camonte su un mucchio di letame, e quello voluto dalla produzione su spinta della censura, circolato solo negli Stati Uniti, che si conclude con l'arresto e l'impiccagione del criminale. Tra difficoltà distributive e proibizioni in diversi Stati d'America, Scarface ebbe all'epoca dell'uscita incassi molto modesti, al punto che il produttore Howard Hughes decise di toglierlo anticipatamente dalla circolazione. Solo nel 1979, quando gli Universal Studios ne rilevarono la proprietà e ne promossero una nuova distribuzione in sala, l'opera ebbe un rilancio critico notevole anche in patria. Nel 1983 Brian De Palma diresse il remake omonimo.
Interpreti e personaggi: Paul Muni (Tony 'Scarface' Camonte), Ann Dvorak (Cesca), Inez Palange (madre di Tony), George Raft (Guino Rinaldo), Osgood Perkins (Johnny Lovo), Boris Karloff (Tom Gaffney), Karen Morley (Poppy), Vince Barnett (Angelo), Henry Armetta (Pietro), Maurice Black (Sullivan), C. Henry Gordon (ispettore Guarino), Tully Marshall (redattore capo), Purnell Pratt (editore), Edwin Maxwell (commissario), Harry J. Vejar ('Big Louie' Costillo).
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Sceneggiatura: in "L'avant-scène du cinéma", n. 132, janvier 1973.