Scarmiglione
Nome di uno dei diavoli della quinta bolgia posti a guardia dei barattieri (If XXI 105); richiamato all'ordine da Malacoda (Posa, posa, Scarmiglione!) nel momento in cui sta per ‛ arruncigliare ' D. (vuo' che 'l tocchi, diceva veramente con eufemistico sarcasmo, in sul groppone?). Il nome è un derivato verbale, con senso dispregiativo, ed equivale a " scarmigliatore ": " quasi cupido di scarmigliare, scompigliare persone e cose " (Tommaseo); la sua prima attestazione è a Perugia.
S. potrebbe significare anche " pettinatore ", " cardatore "; l'uncino del suo ronciglio potrebb'essere traslatamente un dente di pettine, del quale questo diavolo si serve per cardare i suoi dannati; " gran cardatore di dannati " l'interpreta infatti il Chimenz. Il Fanfani tuttavia ha fatto osservare che " scarmiglioni chiamavansi a Siena sul principio del secolo XIII i famigli della corte, o una qualità di soldati, armati di una lunga asta con un uncino in cima, con la quale ghermivano i ladri da lontano ". Molto diversamente spiegarono il nome i commentatori antichi; fra essi solo il Buti però ha offerto una derivazione lessicale: " Scarmiglione si dice da ‛ schermo ', mutando ‛ e ' in ‛ a ', che viene a dire alcuna volta difensione, et alcuna volta derisione ". È risultata fragile l'ipotesi del Rossetti, il quale credeva di vedere in S. adombrato il fiorentino Rosso della Tosa priore nero. Il Luiso, da parte sua, ha fatto notare che S. è nome di famiglia lucchese.
Bibl. - Parodi, Lingua 255; P. Fanfani, Studi e osservazioni sopra il testo delle opere di D., Firenze 1873; G. Rossetti, Commento analitico (dell'Inferno), Londra 1826-27; F.P. Luiso, L'Anziano di Santa Zita, in Miscellanea lucchese di studi storici e letterari in onore di S. Bongi, Lucca 1931; F.A. Ugolini, Annali e cronaca di Perugia in volgare dal 1191 al 1336, in " Annali Fac. Lettere e Filos. Univ. Perugia " I (1963-64) 166, 311.