scelta
Atto con cui si esprime una preferenza fra due o più alternative possibili, concretizzando una decisione. È abbastanza comune l’opinione che la s. sia un libero atto di volontà, mediante il quale si traduce in pratica un’opzione fra alternative associata a una decisione (➔), basata su criteri più o meno razionali; in altri termini, decisione e s. dovrebbero coincidere e la s. sarebbe la conseguenza necessaria e univocamente determinata della decisione. Tale impostazione, tuttavia, non è valida in tutti i contesti. Per es., in una situazione tipica della teoria dei giochi (➔ giochi, teoria dei), un soggetto, nell’intento di non offrire informazioni utili al suo avversario, può considerare razionale la s. mediante sorteggio, da effettuarsi secondo un’assegnata distribuzione di probabilità. Tale atto realizza certamente una decisione razionale, ma la s. non è conseguenza deterministica della decisione. Lo scenario descritto si applica sia alle situazioni di conflitto di interessi con un altro soggetto sia ai giochi in cui l’avversario è la natura, le cui decisioni non si possano o non si vogliano probabilizzare, preferendo l’adozione della strategia pessimistica del minimax (minimizzazione della massima perdita; ➔ ottimizzazione), che può condurre, appunto, alla decisione di scegliere per mezzo del sorteggio.
L’economia politica è stata definita anche ‘teoria delle scelte’, in quanto studio della condotta umana diretta al raggiungimento di determinati fini, data la scarsità dei mezzi disponibili e la loro idoneità a usi alternativi. Essa si traduce, quindi, in una serie di atti di s. tra i molteplici fini perseguibili e tra i mezzi adoperabili per il conseguimento degli uni o degli altri. Si può distinguere fra s. individuali o del singolo (consumatore, produttore, lavoratore, risparmiatore ecc.), basate su una scala di preferenze e sulla conoscenza di dati oggettivi, e s. sociali (➔ anche scelte collettive, teoria delle; public choice theory), volte a integrare o sostituire quelle individuali per la realizzazione di scopi che interessano l’intera collettività, sempre tenendo conto dei termini in cui si pongono le alternative.
L’assioma di s., di fondamentale importanza in logica e insiemistica, enunciato per la prima volta nel 1904 da E. Zermelo, asserisce che, data una classe Q di insiemi non vuoti, si può costruire un insieme F, detto insieme selettivo in Q, scegliendo uno e un solo elemento da ogni insieme di Q.