scemare
Oltre che in un esempio delle Rime compare solo nella Commedia, con il valore fondamentale di " render minore " di capienza, di numero o d'intensità, se transitivo, e di " diminuire " quando ricorre come intransitivo pronominale.
Giunto sull'orlo della valletta dei principi, D. si accorge che 'l monte era scemo, / a guisa che i vallon li sceman quici (Pg VII 66), cioè come qui, sulla terra, " i valloni ‛ incavano ' i fianchi del monte " (Vandelli).
Sono queste la lezione e l'interpretazione migliori, confortate dalla chiosa di Benvenuto (" sicut videmus in nostra terra habitabili quod vallis subiecta vel adhaerens monti excavat ipsum montem "); il Casella, invece, legge che i valloni sceman quici, ma la mancanza del complemento oggetto " rende vaga e imprecisa l'espressione " (Petrocchi, ad l.; e v. anche Introduzione 41). Analogamente, in If XII 129, come spiega Nesso, da questa parte... / lo bulicame... sempre si scema, cioè " diminuisce " di profondità, come dall'opposta a più a più giù prema / lo fondo suo.
I beni terreni, se distribuiti fra più persone, offrono a ciascuno un godimento minore; in essi, quindi, per compagnia parte si scema (Pg XV 50), la porzione di ognuno " diventa minore " (si noti anche qui l'uso pronominale).
In due esempi indica diminuzione di numero. Dopo aver assistito alla trasfigurazione, Pietro e Giovanni e Iacopo... videro scemata loro scuola / così di Moïsè come d'Elia (Pg XXXII 79) o, secondo il racconto evangelico, " neminem viderunt nisi solum Iesum " (Matt. 17, 8). In If IV 148 (La sesta compagnia in due si scema), il senso complessivo non appare del tutto perspicuo anche per l'uso " non usitato né chiaro " (Tommaseo, Dizionario) dell'in limitativo (il Porena, anzi, emenda di due si scema; e anche la forma pronominale sarà diversamente giudicabile, a seconda del senso attribuito). L'interpretazione più corrente (Scartazzini-Vandelli, Mattalia) è che il gruppo dei sei poeti " si riduca " a due (D. e Virgilio), restando gli altri quattro nel nobile castello del Limbo. Ma sono possibili anche altre spiegazioni: " si riduce di due ", " si diminuisce di due " (Casini-Barbi, Sapegno, Porena); " si divide in due gruppi " (Chimenz, Fallani).
La visione di Piccarda e delle sue compagne, rilegate nel cielo della Luna per manco di voto (Pd III 30) per violenza patita, pur essendo rimaste sempre fedeli nel loro intimo ai voti pronunciati (non fu dal vel del cor già mai disciolta, v. 117), ha suscitato in D. un dubbio: Se 'l buon voler dura, / la vïolenza altrui per qual ragione / di meritar mi scema la misura? (IV 21). Qui il verbo allude a diminuzione d'intensità (il Mattalia spiega " diminuisce l'entità del mio merito "); quanto alla particella pronominale, o essa è semplicemente un dativo etico, pleonastico, o Beatrice, nell'enunciare il dubbio di D., lo assume in prima persona " per render più viva la partecipazione del sentimento al dubbio teorico " (Chimenz).
Variamente interpretato è Pd XXX 27 lo rimembrar del dolce riso [di Beatrice] / la mente mia da me medesmo scema. Se lo rimembrar viene assunto come soggetto, a mente va attribuito il significato di " ingegno ", " intelletto ", e D. verrebbe a dire che il ricordo della bellezza di Beatrice scema, " rende più deboli " e inefficaci le sue capacità mentali. Ma se a mente si dà il valore di " memoria ", essa non può non essere il soggetto, e tutta l'espressione andrebbe spiegata: " la mia memoria (intesa come facoltà) mi ‛ priva ' del ricordare (come atto concreto) il riso di Beatrice " (Porena). Per la questione, si veda anche Petrocchi, ad locum.
In senso figurato, compare con il valore di " far venir meno ", " consumare a poco a poco " quasi rodendo, in Rime CIII 23 Ahi angosciosa e dispietata lima [del mio doloroso e chiuso amore] / che sordamente la mia vita scemi.