scenofonia
s. f. Colonna sonora che integra musiche e suoni come accompagnamento di uno spettacolo teatrale.
• Tutto questo prende corpo nella scena fortemente evocativa di Roberto Tarasco (che firma anche costumi, luci, scenofonia) fra alberi e radici rinsecchiti che scendono dalla soffitta e un andare e venire di oggetti/reperti legati a ciò che si è stati e che non si è più: armadi, tavoli, sedie, tappeti, un grande samovar. (Maria Grazia Gregori, Unità, 4 febbraio 2009, p. 43, Culture) • Arrivano suoni percussivi e acuti. Spesso si sovrappongono e inghiottono le parole dell’officiante, che chiede a lungo, come in un’inchiesta senza sbocco, chi sia l’attrice più dimenticata della storia. Dall’impetuosa colonna sonora (scenofonia, la chiamerebbe qualcuno) sbucano due voci che cominciano a infierire sulla povera creatura solitaria, le danno ordini, le suggeriscono battute. (Osvaldo Guerrieri, Stampa, 9 giugno 2010, Torino, p. 77) • [Roberto] Tarasco è direttore artistico del Teatro Sociale di Valenza e ha curato la «scenofonia» per spettacoli di Enrico Bertolino, Lella Costa, Arnoldo Foà, Valeria Moriconi, Valerio Binasco. (Avvenire, 28 ottobre 2016, p. 13, Agorà).
- Composto dal s. f. scena con l’aggiunta del confisso -fonia.
- Già attestato nella Stampa del 15 settembre 2000, TorinoSette, p. 21 (Monica Bonetto).