scerpere
Per " svellere ", " strappare " (Scartazzini-Vandelli, un po' diversamente: " rompere ", " lacerare "), dal latino excerpere, e cioè ex e carpere; ricorre in If XIII 35, nell'episodio di Pier della Vigna: Perché mi scerpi? / Non hai tu spirto di pietade alcuno?
È vocabolo sentito da D., forse, meno icastico di ‛ schiantare ' (Perché mi schiante?, v. 33), se questo è espresso in un grido (e 'l tronco suo gridò), quello in una parlata (ricominciò a dir). In variante diffusa (cfr. Petrocchi, ad l.) appare sterpi, per effetto della rima successiva, e col significato di " estirpare ".