scheduled tribes
Vengono così chiamate nel linguaggio costituzionale e legale le comunità tribali dell’India, per un processo analogo a quello delle . Già nell’Ottocento il governo coloniale britannico, presentandosi come benevolo protettore dei «tribali», aveva varato misure atte a limitare l’influsso di «estranei» all’interno delle loro comunità (influsso che, in realtà, venne facilitato proprio dal regime coloniale). Dopo l’introduzione di quote riservate alle s.t. nei consigli legislativi provinciali (1935), il dibattito sul futuro delle società tribali vide la contrapposizione fra assimilazionisti, che ritenevano necessario assorbirli nella corrente principale della vita nazionale, e isolazionisti, orientati invece a conservarne i caratteri specifici originari. La Costituzione del 1950, pur stabilendo il diritto di ogni comunità a vivere secondo le proprie tradizioni, adottò il principio delle quote riservate anche per le s.t. al fine di garantirne l’integrazione nello Stato. Le s.t. rappresentano ca. l’8% della popolazione indiana; gli Stati a maggiore densità tribale si trovano nel Nord-Est (Arunachal Pradesh, Meghalaya, Mizoram, Nagaland) e nell’India centrorientale (Chhattisgarh, Jharkhand, Madhya Pradesh, Orissa).