schiantare [schiante, indic. pres. II singol.]
Con costrutto transitivo, nel senso di " rompere, spezzare con violenza ", detto dei rami di una pianta: If IX 70 [il vento] li rami schianta; XIII 33 colsi un ramicel da un gran pruno; / e 'l tronco suo gridò: " Perché mi schiante? "; ugualmente in Pg XXXIII 58.
Detto di un frutto, ha valore attenuato e vale " cogliere ": Pg XXVIII 120 la campagna santa / dove tu se', d'ogne semenza è piena, / e frutto ha in sé che di là non si schianta, " non carpitur et colligitur in mundo vestro " (Benvenuto); " che nell'altro emisperio nullo arbor si truova; puote anche dire el testo: non si chianta; cioè non si pianta, et è vocabulo di Sicilia. E questo è l'arbor della vita, lo quale è nel mezzo del paradiso, e chi del suo frutto mangiassi non morrebbe mai: questo frutto non si trova in questo mondo " (Buti; per la forma chianta, presente nell'antica vulgata, si veda Petrocchi, ad locum). In contesto figurato, ancora preceduto dal ‛ si ' passivante, in XX 45 Io fui radice de la mala pianta / che la terra cristiana tutta aduggia, / sì che buon frutto rado se ne schianta.
Con costrutto intransitivo pronominale, nel senso di " spezzarsi ", il verbo è riferito figuratamente al cuore: Vn XXXVI 4 8 io temo forte non lo cor si schianti.