schistosomiasi
Malattia parassitaria provocata da Trematodi del genere Schistosoma.
(o ematuria d’Egitto). Forma diffusa in Africa e nel Vicino Oriente, è prodotta da Schistosoma haematobium. L’infestazione massiva provoca disturbi anche imponenti a carico dell’apparato urinario (ulcerazioni e infezioni vescicali), caratterizzati da ematuria.
Forma diffusa prevalentemente nell’Africa e nell’America Centrale, può determinare disturbi intestinali di gravità diversa: le femmine della specie Schistosoma mansoni si localizzano nelle vene mesenteriche, e le uova sono espulse con le feci.
(o orientale). Forma endemica nell’Estremo Oriente, le femmine di Schistosoma japonicum si localizzano invece prevalentemente nei vasi del fegato, della milza, dell’intestino e del polmone: le uova vengono eliminate con le feci o rimangono nella compagine dei tessuti provocando fenomeni di sclerosi localizzata o diffusa. Questa s. può produrre nell’uomo disturbi di notevole gravità (attacchi dissenterici, epatosplenomegalia, cirrosi epatica, ecc.) e avere talora esito letale; può anche colpire parecchi animali domestici (cani, gatti, bovini, suini, ecc.), che assumono pertanto notevole importanza epidemiologica.
La cura della s. si basa, oltre che sull’uso di preparati antimoniali, su una serie di farmaci dotati di modesta tossicità (praziquantel, acile derivato dell’isochinolinpirazina; oxamnichina, derivato della tetraidrochinolina). La profilassi si basa sulla distruzione dei molluschi che rappresentano l’ospite intermedio dei parassiti, sull’uso di stivali, guanti e creme antiparassitarie da parte dei lavoratori a contatto con acque inquinate, sugli accorgimenti rivolti a evitare la dispersione di feci umane contenenti uova di schistosomi.