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schiudere

di Lucia Onder - Enciclopedia Dantesca (1970)
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schiudere (ischiudere)

Lucia Onder

Con costrutto pronominale, per " liberarsi dal chiuso ", " uscir dal chiuso " e quindi " precipitarsi fuori con furia ": indica il movimento violento del porco che si lancia dal porcile appena aperto: Ma né di Tebe furie né troiane / si vider mäi in alcun tanto crude, / non punger bestie, nonché membra umane, / quant'io vidi in due ombre smorte e nude, / che mordendo correvan di quel modo / che 'l porco quando del porcil si schiude (If XXX 27).

Il participio passato, con valore di aggettivo, è nel senso di " aperto ", " senza nessuna specie di riparo ", " senza sponda ", nella descrizione del settimo girone il cui lato interno era ‛ chiuso ', limitato dal monte; quello esterno schiuso, non cintato, aperto verso il vuoto: Pg XXV 115 ir ne convenia dal lato schiuso / ad uno ad uno; e io temëa 'l foco / quinci, e quindi temeva cader giuro.

Nel senso di " escludere ", " tener lontano ", in Cv III III 12 dissi ‛ Amore ragionare ne la mente ', per ischiudere ogni falsa oppinione da me, ove si ha la forma prostetica ‛ ischiudere ', usata dopo preposizione che termina in consonante.

Vocabolario
schiùdere
schiudere schiùdere v. tr. [lat. excludĕre «escludere», comp. di ex- e clūdĕre (v. chiudere)] (coniug. come chiudere). – 1. Aprire lievemente o lentamente, aprire in parte, non del tutto: s. la porta, s. un coperchio; s. le labbra, gli...
schiudiménto
schiudimento schiudiménto s. m. [der. di schiudere], non com. – L’atto, il fatto di schiudere o schiudersi.
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