SCIALOLITIASI (dal gr. σίαλον "saliva" e λίϑος "pietra")
È la calcolosi delle ghiandole salivari (v. salivari, ghiandole), affezione piuttosto rara negli animali (solipedi) e nell'uomo. In quest'ultimo è più frequente nella sottomandibolare nella quale la saliva più densa per contenuto di mucina è lentamente eliminata, ed è più facile la penetrazione nel dotto escretore dei piccoli frammenti che si raccolgono e ristagnano nella cavità boccale. Fra le controverse teorie patogenetiche: anatomica, fisiopatologica, meccanica, microbica, quest'ultima, emessa da V. Galippe, sembra la più attendibile. In particolari circostanze i batterî, annidati normalmente nei dotti escretori delle ghiandole salivari, scomposta la saliva, ne determinerebbero la precipitazione dei sali attorno a un nucleo costituito da corpi estranei o da agglomerazioni microbiche e in questo modo si formerebbe il calcolo. Fu molte volte incolpato l'Actinomyces. Di solito unico (nel dotto principale), meno spesso multiplo (nei dotti intraghiandolari), può avere dimensioni rilevanti, per es., quelle di una fragola. A monte del calcolo il dotto escretore dilatato diviene sede di uno stato irritativo catarrale a cui può far seguito un'infiammazione purulenta cronica; vi si accompagnano fatti di sclerosi, di degenerazione cellulare della ghiandola che si presenta generalmente ingrossata e indurita e spesso contiene piccole cavità ascessuali. La sintomatologia clinica è caratterizzata dalla colica salivare che insorge in corrispondenza dei pasti, quando la secrezione salivare s'accumula dietro il condotto espellendo il calcolo o facendosi strada tra il condotto dilatato e il calcolo. In un primo stadio si hanno attacchi di stasi salivare intermittente con rigonfiamento periodico della ghiandola, in un secondo stadio si stabilisce un processo infiammatorio in seguito al quale si ha fuoruscita di pus dall'orificio del condotto. La malattia può durare molti anni, guarire spontaneamente, avere esito in infiammazione, fino al flemmone ghiandolare. Alcune forme croniche possono indurre errori diagnostici con processi morbosi del tutto diversi (tumori, tubercolosi, sifilide, actinomicosi), molte volte è possibile avere l'immagine radiologica dei calcoli. La guarigione in taluni casi si può ottenere con l'estirpazione chirurgica del calcolo; in altri casi può richiedere l'estirpazione della ghiandola.
U. Stoppato, Chirurgia delle ghiangole salivari, Bologna 1919; G. Macaferri, Contributo clinico e anatomopatologico allo studio della calcolosi salivare, in Archivum chirurgiae oris, II (1934), p. 1.