sciampiarsi
Questo verbo, ampiamente documentato nella prosa del tempo (Giordano, G. Villani, Ottimo, ecc.), ricorre solo nel Convivio, sempre nella forma intransitiva pronominale, con il valore di " estendersi ", " allargarsi ", " dilatarsi ".
A suffragare l'affermazione che l'esilio patito " invilì " la sua persona e rese meno pregiate le sue opere, D. dimostra che ciò dipende da una verità di carattere generale, e cioè che la stima oltre la veritade si sciampia mentre la presenzia oltre la veritade stringe (I III 6): la fama " si dilata " per essere mobile e si restringe alla presenza della persona cui tocca.
Al momento di esaminare, per confutarne la validità, la definizione della nobiltà quale antica possession d'avere / con reggimenti belli (IV Le dolci rime 24-25), che la tradizione attribuiva a Federico II, D. si preoccupa di dimostrare che la sua confutazione non infirma la reverenza dovuta all'Impero; tra le altre ragioni addotte è quella che quanto le nostre operazioni si stendono tanto la maiestade imperiale ha giurisdizione, e fuori di quelli termini non si sciampia (IV IX 1): cioè l'autorità imperiale è regolatrice e rettrice di tutte le nostre operazioni, ma non " si estende " oltre questi termini.
Altri esempi in IV XII 13 (due volte).