SCIARADA
. Voce d'incerta etimologia, probabilmente dal provenzale chorar "ciarlare" o dal celtico chavr "giuoco". È, dopo l'enimma, il giuoco enimmistico più popolare: si basa su una parola che divisa in due o più parti consecutive dia luogo ad altre parole di senso indipendente senza nesso etimologico o grammaticale né tra loro né con la parola madre. Così, mentre sono buoni soggetti per sciarade: conte-stazione; corolla-rio; arte-rio-s-clero-si, sarebbero invece da scartare, per vizio d'origine, temi come questi: rima-rio, parente-la, chilo-metro. Mentre l'enimma (v.) ha origini antichissime, non si conoscono sciarade vere e proprie, né in italiano né in altre lingue, anteriori al sec. XVII. La sciarada pare, comunque, di origine francese.
La parola scelta e i vocaboli che ne derivano vengono presentati, nello svolgimento del giuoco, come tanti enimmi successivi, seguendo varî sistemi.
a) La maniera più antica, ed ora quasi abbandonata perché guasta la dizione letteraria, è quella di indicare le parti del giuoco con le parole convenzionali: primo, secondo, terzo, ecc., e intero o totale. Ecco un esempio:
Vecchio il terzo e danaroso,
da tre dì s'è fatto sposo
uno l'altro; fin s'avvede
che se ciò nuoce all'erede,
nuoce pure al proprio intero
e lo porta al cimitero.
(c o n-s erva-zio- n e)
b) Un secondo metodo (diagrammatico) consiste nel presentare gli elementi del giuoco mediante puntini o segni tipografici speciali intercalati nel testo, corrispondenti in numero a quelli delle lettere che costituiscono il giuoco. Esempio:
Chiede un XXX00+ + XXX, 00 ++ non dire!
(soldino = sol, di no)
C) Un terzo metodo (sinonimico) consiste nell'indicare le parti del giuoco con parole distinte in carattere diverso, per mascherare la soluzione sotto il velo di un sinonimo o di altro vocabolo equivalente a quello cercato, come in questo esempio:
Un fiore anche pel tristo ed una PRECE!
(rosa-rio)
d) un metodo, finalmente, che è il più evoluto e seguito dagli enigmografi modern), è quello cosiddetto "a enimmi": le parti vengono presentate, secondo il loro ordine, da altrettanti enimmi possibilmente collegati fra loro da un nesso logico, che dia al lavoro, sotto l'apparente svolgimento di un tema affatto diverso dal soggetto enimmistico che si vuole adombrare, un certo aspetto di omogeneità e naturalezza. Ecco un esempio (di Paolo Giglioli) di quest'ultima scuola moderna:
Chi mi lanciò? Di qui, marmoreo stelo
come una sfida, come una vittoria,
per l'infinita purità del cielo,
per la calda del sole eterea gloria
giù ti vidi nel tetro antro silente,
la vecchia mole in ceppi macerata,
rigonfia, dopo che strage recente
di torvo sangue l'ebbe ricolmata.
Or sottile tu sei, esile, fino,
piccolo stame d'una trama lieve
che ricongiunge il bianco fior del lino
al roseo fior d'una manina breve.
(guglia-tina)
Oltre alla sciarada semplice, che si dice senz'altro sciarada, vi sono molte sciarade speciali. Quelle più in uso sono: 1. sciarada a frase, chiamata un tempo sciarada a pompa, che è data da una parola la quale, scindendosi, genera una frase. Esempî: re-d'-azione; man-che-v'-olezza; campa-nel-lino, ecc.; 2. sciarada incatenata, nella quale il "secondo" incomincia con una o più lettere del "primiero", il "terzo" con una o più lettere del "secondo", e così via. Esempî: canestro (cane, estro); cavallo (cava, avallo); travestimento (trave, vesti, stime, Imen, mento). 3. sciarada alterna, molto affine all'intarsio (v. enimmistica), di cui il tipo più semplice vien dato da una parola divisa in parti per modo che le dispari formino, insieme, il "primiero", e le pari il "secondo". Esempio: FOcoLAre (primo: fola; secondo: core); SEpoLCrEto (primo: selce; secondo: porto); CAmPiOne (capo e mine), ecc.
Da non confondersi con la sciarada a frase è la frase a sciarada, cioè una sciarada costruita non su una parola ma su una frase: SEREno domani (1°: sere; 2°: nodo; 3°: mani); così si ha la frase a sciarada alternata: FIor di LOto (1°: filo; 2°: ordito) e la frase a sciarada incatenata: la pispola (1°: lapis; 2°: spola).