SCIATO (Σκίαϑος, Sciăthus)
Isoletta greca del Mare Egeo, la più occidentale delle Sporadi settentrionali, o Isole di Magnesia, situata appunto tra l'isola maggiore di Pepareto e la punta della Penisola di Magnesia, dalla quale è separata solamente da un canale largo 4 chilometri e profondo 30 metri. La ricchezza di legname per la costruzione di navi, la disponibilità di un ottimo porto, nell'ampia baia dell'isola volta verso sud-est, e la posizione dominante l'ingresso del Golfo di Pagase, hanno determinato l'attitudine marinaresca della sua antica popolazione, e la notevole importanza dell'isoletta nella storia ellenica. Abitata, secondo la tradizione, prima da Carî, quindi da Tessali, e infine dal sec. VIII a. C. da Calcidesi, l'isola condivise in genere le vicende della vicina Pepareto. Da Sciato le navi greche di avanguardia diedero nel 480 a. C. il segnale alla flotta presso l'Artemisio. L'isola appartenne alla I e alla II Lega Delio-Attica, e fu valido punto di appoggio di Atene contro Filippo di Macedonia; nel 338 fu presa dai Macedoni; nel 200 a. C. fu distrutta come Pepareto da Filippo V, per non lasciarla come base della flotta di Attalo e dei Romani, la quale tuttavia vi sostò nel 199-98; tornata in seguito libera, fu usata di nuovo come base navale da Mitridate, fu regalata con le altre isole vicine da Antonio agli Ateniesi, e tornò libera ancora una volta in età romana avanzata, probabilmente sotto Settimio Severo. In epoca bizantina fu unita all'eparchia della Tessaglia, e dipese ecclesiasticamente dalla metropoli di Larissa.
Il ristretto territorio di Sciato (61,8 kmq.) fa ritenere che anche nell'antichità essa non abbia avuto che una sola città, precisamente su una pittoresca e ben situata penisoletta nella baia sud-orientale dell'isola dov'è anche il capoluogo attuale, città che da principio però giaceva un po' distante dalla costa sulle colline circostanti e più sicure. Di nuovo nei tempi turbolenti della fine dell'antichità e nel Medioevo la popolazione si ritirò su una stretta e ben difesa scogliera a nord del porto.
Cfr. pepareto. Inoltre T. Euangelides, ‛Ιστορία τῆς νήσου Σκιάϑου, Atene 1913; Fredrich, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., III A, col. 520 seg. Iscrizioni in Inscr. Graecae, XII, 8, n. 631-639. Monete in B. V. Head, Historia numorum, 2ª ed., Oxford 1911, p. 313.