scibile
Vocabolo del linguaggio dotto. In D. compare come sostantivo, per indicare la totalità del sapere o, meglio, quanto si considera teoricamente disponibile per la mente umana, allorquando si risponde all'ipotetica obiezione che, avvegna che molti desiderii si compiano ne lo acquisto de la scienza, mai non si viene a l'ultimo (Cv IV XIII 6). Si tratta, osserva lo scrittore, di un'obiezione priva di fondamento: tutti i nostri desideri naturali hanno un certo limite, e un limite adeguato alle possibilità umane ha anche il sapere: non solamente da la parte de l'uomo desiderante, ma deesi fine attendere da la parte de lo scibile desiderato (§ 8); per un'analoga soluzione del problema, cfr. III XV 7-10.