SCILLA (Σκύλλα)
2°. - Eroina figlia di Niso re di Megara. Appartiene con Peisidike, Komaithò e, in ambiente latino, Tarpeia, alla classe di eroine che tradiscono la patria per amore: nel caso di S. recidendo un capello o una ciocca di capelli magici del padre Niso, a cui era legata la sorte della città e del re stesso in favore dell'assediante Minosse.
La storia può risalire ad un'epica perduta ed ebbe presumibilmente un nuovo trattamento nella tragedia attica: un passo delle Coefore di Eschilo (v. 613 ss.) ricorda infatti la storia della nostra eroina tra gli esempî di delitti contro il padre o parenti stretti.
Immagini di S. appaiono unicamente nella pittura ellenistico-romana: così in un affresco della Casa dei Dioscuri (Hermann-Bruckmann, tav. 128) la giovane principessa accompagnata dalla nutrice viene ad offrire a Minosse inorridito la ciocca di capelli, prova del suo delitto. Nella serie di eroine degli affreschi di Tor Marancia assimilate da uno stesso tragico destino di amore colpevole, S. appare a fianco di Fedra, Myrrha, Pasiphae, in atto di tragico, isolato raccoglimento.
Bibl.: Höfer, in Roscher, IV, 1909-15, c. 1964 s. v. Skylla, n. 3; J. Schmidt, in Pauly-Wissowa, III A, 1929, c. 655, s. v. Skylla, n. 2.
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