AGNELLI (Maffei), Scipione
Nacque a Mantova nel 1586 dal conte Lepido e da Girolama Pavese. Educato fin da fanciullo nelle corti di Mantova e del Monferrato, si dedicò ben presto alle lettere, laureandosi inoltre in teologia e in diritto civile e canonico. Acquistò fama presso i suoi contemporanei quale oratore e poeta, teologo e storico. Dal duca Ferdinando Gonzaga fu proposto ad Urbano VIII per coprire la sede vescovile di Casale Monferrato, diocesi che resse per lo più per mezzo di un vicario dal 24 febbr. 1624 fino alla morte. Dimostrano la fiducia dei Gonzaga nel suo talento politico le ambasciate in Spagna (1628), per annunciare l'arrivo a Mantova del nuovo duca Carlo di Nevers e rendergli favorevole quella corte, ma con esito negativo; ed in Francia (1638) per la tutela di interessi economici connessi ai beni feudali di Carlo II di Nevers.
Una sua Sestina (sei madrigali) dal titolo Lagrime d'amante al sepolcro dell'amata, musicata da O. Monteverdi per cinque voci (1610), fu pubblicata nel 1614. Per una rappresentazione mantovana del 1617 è la favola mitologica Le nozze di Peleo e di Tetide, pure musicata dal Monteverdi, opera ora perduta. Per volere del duca Vincenzo Gonzaga, nel 1611 pronunziò l'orazione funebre per la di lui moglie Eleonora de' Medici (cfr. A. Narducci, Giunte all'opera "Gli Scrittori d'Italia" del conte G.M. Mazzuchelli, Roma 1884, p. 9).
Tra le sue opere ricordiamo ancora: Vita della Beata Osanna, Mantova 1597 e 1607; De ideis libri tres disceptationum, Venetiis 1611, in cui difende contro Aristotele la dottrina di Platone intorno alle idee (ristampata col titolo Disceptationes de ideis in tres libros distributae, Venetiis 161 s);numerosi scritti di carattere religioso, tra cui il Mariale, o sia dell'interna croce della Madre di Dio, Venetia 1634 (dedicato a Urbano VIII); il Bonifacio, tragedia sacra, Venetia 1629. Si ricorda infine la ponderosa opera postuma Annali di Mantova fino al 1637, Tortona 1675, compiuta e curata dal nipote L. M. Agnelli, dedicata al duca Ferdinando Carlo Gonzaga.
Morì in Casale Monferrato il 1 ott. 1653.
L'aggiunta del cognome Maffei, riportata erroneamente dai repertori, è invece da riferirsi a un cugino di Scipione, Giulio Agnelli, che ereditò dalla prima moglie Claudia Maffei, ultima della famiglia, quel cognome per sé e per i suoi discendenti.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Mantova, C. d'Arco, Delle famiglie mantovane, I, pp. 65-69, (ms.); G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, I, 1, Brescia 1753, pp. 194-195; L. C. Volta, Biografia dei mantovani illustri, Mantova 1845, pp. 9-11; R. Quazza, La guerra per la successione di Mantova e del Monferrato (1628-1631), I, Mantova 1926, pp. 33, 45-49, 61, 67, 75-76, 233, 294, 381, 385; F. Abbiati, Storia della musica, II, Milano 1941, pp. 96-97, 105; A. Einstein, The Italian Madrigal, II, Princeton 1949, p. 861; Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., I, col. 970.