BARBAVARA, Scipione
Nacque a Milano, da Marcolino e Donnina Casati, probabilmente nel 1442. Fu avviato agli studi classici e giuridici e introdotto nel mondo degli umanisti lombardi, tra i quali eccellevano due suoi zii: Giovanni, vescovo di Tortona, e Francesco, anch'egli segretario ducale. Dopo essersi addottorato m utroque iure allo Studio di Pavia, fu ammesso nel collegio dei nobili giureconsulti di Milano. Dovette acquistarsi presto fama di buon giurista, poiché intomo al 1470 venne nominato vicario e sindacatore generale dello Stato, una magistratura riservata esclusivamente ai laureati in diritto, che aveva il compito di sindacare i funzionari ducali allo scadere della carica e di dirimere, su incarico speciale del duca o del Consiglio segreto, cause di particolare importanza. In tale veste è incaricato il 10 ott. 1473 di sottoporre ad inchiesta il podestà e gli ufficiali ducali di Savona.
Il 3 genn. 1477, con diploma della duchessa reggente Bona di Savoia, venne nominato consigliere del Magistrato straordinario. In un documento del 24 sett. 1479 figura come membro del Consiglio segreto e da altri documenti risulta anche membro del Consiglio di giustizia: non si conoscono però le date di nomina a queste cariche.
Dopo la pace di Bagnolo (7 ag. 1484) che mise fine alla guerra di Ferrara, il B. fu inviato oratore ducale a Venezia, avendo per collega nei primi mesi Scarampo Scarampi. Salvo un breve ritomo a Milano fra la primavera e l'estate del 1485, si fermò ininterrottamente a Venezia per circa due anni, svolgendo un'intensa azione diplomatica in un periodo difficile per i rapporti tra gli Stati italiani e per quello milanese in particolare.
Il B. apparve un esecutore fedele della politica di Ludovico il Moro e rivolse i suoi sforzi a garantire il ducato da mosse pericolose della potente Signoria, ad ammorbidire ogni contrasto risorgente tra i due Stati, ad assicurare regolari e tranquilli scambi commerciali tra Milano e Venezia, a dirimere le frequenti controversie ai confini.
Dopo due anni di missione, nel dicembre del 1486, il B. venne richiamato: restò ancora per qualche tempo assieme al nuovo oratore Giovanni Stefano Castiglioni, giureconsulto e più tardi ambasciatore a Roma e in Francia, poi ai prirrù di febbraio dell'anno successivo rientrò in patria; l'ii febbraio era già partito da Venezia, e il duca, allora a Vigevano, attendeva il suo arrivo imminente.
Dal 1487 in poi figura sempre tra i membri più influenti del Consiglio segreto, nel gruppo delle personalità politiche più vicine a Ludovico il Moro. Anche nella vita di corte e nell'ambiente artistico e culturale del tempo dovette svolgere un certo ruolo. Il 29 apr. 1495 gli venne riconfermato il feudo di Gravellona, del quale aveva ricevuto l'investitura, con i fratelli Carlo e Ottaviano, da Galeazzo Maria Sforza il 7 genn. 1471. Intorno al 1498, mentre si accentuava la crisi dello Stato milanese, il B. sembra essersi un po, estraniato dalla politica, forse anche a causa delle sue condizioni di salute: era ammalato di podagra e impossibilitato a muoversi, tanto che non poteva intervenire alle riunioni del Consiglio segreto, con disappunto del duca. Forse i suoi rapporti con Ludovico il Moro non erano più quelli di un tempo; infatti, subito dopo la sua partenza da Milano e l'occupazione francese del ducato, il B. fu nominato senatore da Luigi XII con decreto dato a Vigevano l'ii nov 1499. In tale qualità il 15 ott. 1500 fu relatore in una causa tra Giulio Cattaneo e il conte Arcelli per il possesso di certi beni nel Piacentino. Dopo tale data non si hanno altre sue notizie.
Il B. morì a Milano il 13 nov. 1505 e fu sepolto nella chiesa di S. Angelo.
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