ERRICO, Scipione
Nato nel 1592 a Messina, dove morì il 18 settembre 1670, fu poeta, critico, erudito fecondissimo. A ventidue anni pubblicò a Messina il poemetto La via lattea (1614) e nel 1619 pure in Messina le Rime, che furono poi ristampate con altri componimenti poetici, e dedicate al principe Leopoldo de' Medici (Venezia 1646). Nel 1624 vedeva la luce a Venezia il suo poema eroico La Babilonia distrutta, ripubblicato nel 1653 a Messina e dedicato al Senato di quella città insieme coi poemetti: Ibraim deposto, La lettera della Madonna, La via lattea, La croce stellata, il panegirico Il ritratto di bella donna, il dramma musicale La Deidamia, gl'idillî L'Endimione, L'Arianna, La pietà Austriaca, Il Nettuno dolente, l'epitalamio L'Austria e rime varie. Nel 1629, con L'occhiale appannato contrapposto all'Occhiale di Tommaso Stigliani, entrò nelle polemiche mariniane in difesa dell'Adone, e allo stesso fine compose poi le due commedie Le rivolte di Parnaso (Milano 1626) e le Liti di Pindo (Messina 1634) e il romanzo Le guerre di Parnaso (Venezia 1643). Come poeta, fu marinista temperato, come critico diede veste allegorica (di stile barocco) a principî e concetti teoretici tradizionali. Scrisse una Censura theologica (Dillingen 1654) contro fra Paolo Sarpi, dicendone l'opera una pseudohistoria de Concilio Tridentino, ma ritrattandosi nello scritto De tribus scriptoribus historiae Concilii Tridentini (Amsterdam 1656).
Bibl.: Biblioteca Aprosiana, Bolonga 1673, pp. 88-89, 162-163, 175; Glorie degli Incogniti, Venezia 1647, pp. 397-99; A. Mongitore, Bibl. Sicula, Palermo 1708, II, pp. 210-212; M. Menghini, T. Stigliani, in Giorn. ligustico, 1890, fasc. 7-8; E. Carmagnola, La critica lett. nelle Rivolte di Parnaso di S. E., Torino 1919.