PIATTOLI, Scipione
Abate, nato a Firenze il 10 novembre 1749, morto a Löbichau il 12 aprile 1809. Nel 1763 vestì l'abito degli scolopî, ma nel 1774 ottenne da Clemente XIV licenza di uscire dall'Ordine, restando chierico secolare. Ebbe l'insegnamento ordinario di storia ecclesiastica e quello straordinario di lingua greca all'università di Modena nel 1772. Due anni dopo, scrisse un saggio contro la sepoltura nelle chiese, che suscitò polemiche e fu tradotto in francese e in spagnolo, ma nel 1782 fu costretto a lasciare Modena e ad acconciarsi come precettore. Il principe Lubomirski lo presentò al re Stanislao di Polonia, che ne fece il suo uomo di fiducia (1789). Con molto tatto il P. seppe essere l'anello di congiunzione tra re Stanislao e il partito patriottico polacco e contribuì moltissimo alla compilazione della costituzione del 3 maggio 1791, che doveva suggellare quell'unione sacra. Inviato in missione a Dresda nel giugno 1792, il P. fu arrestato dagli Austriaci nel 1794 e tenuto fino al 2 maggio 1800 chiuso nel castello di Josephstadt. Nel 1803 il P. vide a Pietroburgo il principe Adamo Czartoryski, già suo allievo, e dalle loro conversazioni politiche nacquero i piani russi di riassetto europeo, che dovevano in parte trovare la loro realizzazione nel Congresso di Vienna. Nella memoria Sur le système politique que devrait suivre la Russie, il P. pose l'indipendenza italiana e germanica, l'unità e l'autonomia polacca e il ritorno della Francia ai suoi confini naturali come basi della nuova Europa. I disegni di Czartoryski e del P. subirono nel 1805 sensibili modificazioni da parte di Pitt e, in seguito agli accordi di Tilsit tra lo zar Alessandro e Napoleone, sembrarono, almeno per il momento, falliti. Tolstoi ha raffigurato il P. nell'abate Mario di Guerra e Pace.
Bibl.: A. D'Ancona, S. Piattoli e la Polonia, con un'appendice di documenti, Firenze 1915.