SCITE
. Ceramista attico, forse un meteco. Questo nome ricorre su due tavolette (pinakes) frammentate e su due frammenti di una terza tavoletta a figure nere, con la voce verbale egraphsen. Erano questi pinakes doni votivi posti sull'Acropoli d'Atene. S. appartiene al periodo di transizione dalla tecnica a figure nere a quella a figure rosse. Si possiede di lui una tazza da Cerveteri nel Museo Nazionale di Villa Giulia, che rientra nel ciclo del ceramista Epitteto. Dalla tazza cerite, S. appare pittore brioso, ma un po' pesante, con sagome angolose, e nelle figure dei lati esterni le proporzioni sono schiacciate. Al pennello di Scite J. D. Beazley ascrive trenta vasi, tutte tazze, all'infuori di un frammento.
J. D. Beazley, Attische Vasenmaler des rotfigurigen Stils, Tubinga 1925, p. 37 segg.; P. Ducati, Storia della ceramica greca, Firenze 1923, p. 278 segg.; J. C. Hoppin, A handbook of black-figured Vases, Parigi 1924, p. 326 segg. e A handbook of Attic red-figured Vases, II, Cambridge 1919, p. 410 segg.; E. Pfuhl, Malerei und Zeichnung der Griechen, I, Monaco 1923, p. 419 segg.; G. E. Rizzo, in Monuments Piot, XX, Parigi 1913, p. 122 segg.