scontatezza
s. f. L’essere scontato, prevedibile.
• Tre piccole storie, mette insieme Monica Zùnica, ma non si tratta di storie di animali, come sarebbe ovvio dire. Piuttosto di storie di uomini di quel genere deteriore che trattano gli animali come nemici. Diffidare di chi odia gli animali, dicono, perché avrà qualcosa di certo anche contro gli uomini. Storie di violenze non insolite, sono quelle raccontate da Monica, che anzi insiste proprio sulla scontatezza, sulla quotidianità e l’abitudine al male. (Stella Cervasio, Repubblica, 27 dicembre 2008, Napoli, p. XIV) • Insomma da questi programmi si vorrebbe più grinta e meno autoreferenzialità, più trovate e meno scontatezze. O è chiedere troppo per stare in piedi fino a mezzanotte? (Aldo Grasso, Corriere della sera, 11 novembre 2010, p. 63, Dal Satellite) • [Michael] Kenna è anche sfuggito ai rischi della scontatezza nella stravista Venezia, o riducendo la piramide di Gyza a comprimaria sfumatura immanente dietro un albero. (Francesco Fredi, Giornale di Brescia, 1° maggio 2016, p. 35, Cultura & Spettacoli).
- Derivato dal p. pass. e agg. scontato con l’aggiunta del suffisso -ezza.
- Già attestato nella Stampa del 14 dicembre 1981, p. 22, Sport (Carlo Moriondo).