scorgere (iscorgere)
1. Prevalente è il senso (passivo, ricettivo) di " vedere ", " percepire con la vista ", garantito oltretutto dall'equivalenza con veder in Vn XXIII 26 67 Lo imaginar fallace / mi condusse a veder madonna morta; / e quand'io l'avea scorta, / vedea che donne la covrian d'un velo; cfr. del resto If VI 22 Quando ci scorse Cerbero... / le bocche aperse e mostrocci le sanne; XXXIII 56 Come un poco di raggio si fu messo / nel doloroso carcere, e io scorsi / per quattro visi il mio aspetto stesso... Eguale significato ha il verbo in Rime CXVI 44, If II 9, VIII 11, XIV 88, XXV 148, XXXI 46. Il passo di Pg X 120 comunica anche il senso della difficoltà che talvolta accompagna lo scorgere: Ma guarda fiso là, e disviticchia / col viso quel che vien sotto a quei sassi: / già scorger puoi come ciascun si picchia.
2. Il senso (attivo) di " mostrare ", " indicare " è assegnato da Casini, Porena, Sapegno a If VIII 93, dove Scartazzini-Vandelli e Torraca sentono il bisogno di specificare " mostrare guidandovelo ": i diavoli che abitano la città di Dite si rivolgono a Virgilio con le seguenti parole poco tranquillizzanti per D.: Sol si ritorni per la folle strada: / pruovi, se sa; ché tu qui rimarrai, / che li ha' iscorta sì buia contrada (l'Ageno intende iscorta come participio di ‛ scortare ', v.). Cfr. anche Cv IV Le dolci rime 39 Ma vilissimo sembra, a chi 'l ver guata, / cui è scorto 'l cammino e poscia l'erra, / e tocca a tal, ch'è morto e va per terra.
Gli è contermine il senso di " scortare ", " guidare ": sanza scorta (Cv IV VII 7) si mostra l'esplicito equivalente di solo da sé guidato, e quindi l'opposto di scorto, cioè " guidato da altri " pur se indirettamente, con li vestigi da altri lasciati (e non sfugga neppure l'uso sostantivale del participio scorto): Viene alcuno da l'una parte de la campagna e vuole andare a una magione che è da l'altra parte; e per sua industria, cioè per accorgimento e per bontade d'ingegno, solo da sé guidato, per lo diritto cammino si va là dove intende, lasciando le vestigie de li suoi passi diretro da sé. Viene un altro appresso costui, e vuole a questa magione andare, e non li è mestiere se non seguire li vestigi lasciati; e, per suo difetto, lo cammino che altri sanza scorta ha saputo tenere, questo scorto erra, e tortisce per li pruni e per le ruine, e a la parte dove dee non va. Cfr. anche Pg XVII 18 e Pd X 37. Vedi inoltre SCORTA.
Più precisamente, il Contini assegna il valore di " avviare " a Rime LXVIII 24 E allor non si trarrà sì poco vento / che non mi meni, sì ch'io cadrò freddo; / e per tal verrò morto, / e 'l dolor sarà scorto / con l'anima che sen girà sì trista, rinviando per un senso eguale a Pg XXI 21 se voi siete ombre che Dio sù non degni, / chi v'ha per la sua scala tanto scorte?.