scorta (iscorta)
Ha piuttosto il senso di " guida " che quello di " accompagnatore ", in Cv IV VII 7 (per cui si veda la voce SCORGERE) e al § 8 non valente, cioè vile, sarebbe da chiamare colui che, non avendo alcuna scorta, non fosse ben camminato. Analogamente a Marco Lombardo il poeta può chiedere: dimmi s'i' vo bene al varco; / e tue parole fier le nostre scorte (Pg XVI 45). In If XII 100 è addirittura tangibile l'equazione fra scorta e il senso del verbo ‛ guidare ': Chirón si volse in su la destra poppa, / e disse a Nesso: " Torna, e sì li guida, / e fa cansar s'altra schiera v'intoppa ". / Or ci movemmo con la scorta fida... Cfr. anche If VIII 129, Pg IV 39 e XXXIII 107 chi va dinanzi a gente per iscorta.
I due sensi non si escludono comunque in Pg XXVII 19, dove scorte di D. sono chiamati Virgilio e Stazio, che lo accompagnano, non meno che in If XII 54 (Io vidi un'ampia fossa in arco torta, / come quella che tutto 'l piano abbraccia, / secondo ch'avea detto la mia scorta), e in XIII 130, XVIII 67, XX 26, Pg XVI 8. Come predicativo in Pg XXIII 53 dì chi son quelle / due anime che là ti fanno scorta; in Pd XXI 23 la celeste scorta è Beatrice. In Pg IX 86, anzi, sembra contestualmente che debbano intendersi inscindibilmente integrati, se l'angelo guardiano del Purgatorio, il quale accoglie i due viandanti con uno sdegnoso Dite costinci, da paragonare con l'eguale locuzione di If XII 63, può meravigliarsi di vedere D. e Virgilio avvicinarsi alla sua porta da soli: " Dite costinci: che volete voi? ", / cominciò elli a dire, " ov'è la scorta? / Guardate che venir sù non vi nòi ". Si aggiunga Pg IV 125. Ha insieme il senso di " guida " e quello collettivo di " accompagnamento " in If XXI 128, dove la scorta è costituita dalla diecina dei diavoli nominati da Barbariccia perché D. e Virgilio facciano con loro la strada fino all'inesistente ponte tutto intero che dovrebbe sormontare la bolgia degl'ipocriti.
Chiaramente " accompagnamento ", " corteggio " significa la parola in Pg I 21, dove si parla della costellazione dei Pesci, che fanno da scorta al pianeta Venere sul far del giorno, quando D. e Virgilio, usciti dall'Inferno, si ritrovano alfine sulla spiaggia del Purgatorio: Lo bel pianeto che d'amar conforta / faceva tutto rider l'orïente, / velando i Pesci ch'erano in sua scorta.
Significa invece, ironicamente, " provvigione " (Parodi), in Fiore CCXII 13 Allora in testa gli diè tal iscorta / ched ella 'l mise giù in terra boccone.