scorto
Il significato originario dell'aggettivo sembra, per D., quello di " disciolto ", di " liberato " da precedenti impedimenti. L'equazione emerge con evidenza da Pg XIX 12, dove alla femmina balba, alla balbuziente che a D. compare in sogno, succede che diventi scorta la lingua man mano che egli fissa su di lei lo sguardo (come 'l sol conforta / le fredde membra che la notte aggrava, / così lo sguardo mio le facea scorta / la lingua), tanto che essa acquista un " parlar disciolto " che la mette finalmente in grado, addirittura, di cantar. Vedi anche in Cavalcanti Una figura della Donna mia 8 " occhi orbati fa vedere scorto ".
Di qui il senso di " chiaro ", " evidente ", che la parola manifesta in Vn XXII 16 12: Beatrice porta dipinto in viso con tutta evidenza il dolore che la sconvolge per la morte del padre: Ell'ha nel viso la pietà sì scorta, / che qual l'avesse voluta mirare / sarebbe innanzi a lei piangendo morta. Indica chiarezza di visione anche in Rime dubbie IV 8 eri già bianca, e or se' nera e tetra, / de lo colore suo tutta distorta; / e quanto più ti priego, più s'arretra / Petra d'aprirme, ch'io la veggia scorta. Da notare che anche qui, come nel passo del Purgatorio, s. è in rima con distorta.