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scorto

di Guido Favati - Enciclopedia Dantesca (1970)
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scorto

Guido Favati

Il significato originario dell'aggettivo sembra, per D., quello di " disciolto ", di " liberato " da precedenti impedimenti. L'equazione emerge con evidenza da Pg XIX 12, dove alla femmina balba, alla balbuziente che a D. compare in sogno, succede che diventi scorta la lingua man mano che egli fissa su di lei lo sguardo (come 'l sol conforta / le fredde membra che la notte aggrava, / così lo sguardo mio le facea scorta / la lingua), tanto che essa acquista un " parlar disciolto " che la mette finalmente in grado, addirittura, di cantar. Vedi anche in Cavalcanti Una figura della Donna mia 8 " occhi orbati fa vedere scorto ".

Di qui il senso di " chiaro ", " evidente ", che la parola manifesta in Vn XXII 16 12: Beatrice porta dipinto in viso con tutta evidenza il dolore che la sconvolge per la morte del padre: Ell'ha nel viso la pietà sì scorta, / che qual l'avesse voluta mirare / sarebbe innanzi a lei piangendo morta. Indica chiarezza di visione anche in Rime dubbie IV 8 eri già bianca, e or se' nera e tetra, / de lo colore suo tutta distorta; / e quanto più ti priego, più s'arretra / Petra d'aprirme, ch'io la veggia scorta. Da notare che anche qui, come nel passo del Purgatorio, s. è in rima con distorta.

Vocabolario
scòrto
scorto scòrto agg. [part. pass. di scorgere], letter. ant. – Sciolto, chiaro, perspicuo: Così lo sguardo mio le facea scorta La lingua (Dante); più com., accorto, avveduto: l’inalzaro a i primi onor del regno Parlar facondo e lusinghiero...
scòrta
scorta scòrta s. f. [femm. sostantivato di scorto, part. pass. di scorgere, nel sign. ant. di «guidare»]. – 1. a. L’azione di scortare, di accompagnare per guidare e proteggere, o per sorvegliare: fare la s. al treno presidenziale; essere...
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