SCROFULARIACEE (lat. scient. Scrophulariaceae o Scrophularineae)
Vasta famiglia delle Dicotiledoni Simpetale, comprendente piante erbacee, suffrutici e più di rado alberi, con foglie opposte o verticillate, o più raramente sparse, intere, dentate o in vario modo incisolobate, sempre prive di stipole. I fiori sono solitarî all'ascella delle foglie, o formano un racemo spesso molto condensato che simula una spiga, provvisti o no di piccole brattee, monoclini e per lo più zigomorfi con calice a 5 o 4 lobi o denti, corolla a tubo ora brevissimo e quindi roiata, ora cilindricoallungato con lembo a 5-4 lobi, spesso bilabiata e con fauce chiusa (corolla personata) o anche aperta, non di rado prolungata in basso in uno sperone. Gli stami sono 4, didinami, o anche due, un quinto posteriore, quando esiste, è ridotto a staminodio, raramente tutti e 5 sono presenti e fertili. L' ovario è supero e biloculare (talvolta in modo poco evidente) ed è in basso poggiato su di un disco ghiandoloso nettarifero. Il frutto è una cassula variamente deiscente, qualche volta una bacca, e i semi quasi sempre numerosi.
Comprende circa 200 generi e 3000 specie sparse per tutto il mondo, ma specialmente nelle regioni temperate e sui monti, raggruppate dal Wettstein in tre sottofamiglie: Pseudosolaneae, Antirrhinoideae e Rhinanthoideae, la quale ultima, comprendente piante parassite o semiparassite, qualche botanico considera come famiglia a sé. Sono presenti in Italia 22 generi e 126 specie tra cui Digitalis purpurea (v. digitale) di alto valore terapeutico. Sono poi molte le Scrofulariacee coltivate per ornamento, come le Calceolaria, i Mimulus, l'Antirrhinum maius (v. bocca di leone), alcune Veronica e Linaria, e più ancora i Pentstemon. L'albero più elevato della famiglia è la Paulownia tomentosa Steud. (= P. imperialis Sieb. et Zacc.; v. paulonia).