scudante
p. pres. e s. m. e f. In senso figurato, chi copre con uno scudo, mette al riparo; con particolare riferimento a chi fa rientrare capitali detenuti all’estero.
• Il nostro imprenditore è determinato a chiudere il conto: alla parola «scudo» l’impiegata lo dirotta al piano di sopra. In fila, insieme a un’altra decina di persone, l’imprenditore aspetta il suo turno (e il suo tradizionale consulente). Ormai sono abituati alla richiesta di portar via i soldi, ma non per questo si sono rassegnati e infatti quasi subito il solerte funzionario sfodera l’argomento principe: lo scudo fiscale fatto da San Marino non ha la garanzia dell’anonimato. E lì giù una spiegazione, a metà tra il tecnico e il preoccupato (per il futuro «scudante»): San Marino non possiede un proprio sistema di pagamenti, per cui l’ordine di bonifico per spostare i soldi viene dato dal Titano, ma lo esegue materialmente una banca italiana (tradizionalmente, l’Iccrea) che poi accredita le somme sulla banca indicata dal cliente. (Vittoria Puledda, Repubblica, 23 novembre 2009, p. 14, Imprese & Mercati) • Ci sono anche 6 milioni di case e quote di multiproprietà che gli «scudanti» hanno deciso di vendere per riportare i soldi in Italia. Pagando il 5 per cento. (Repubblica, 20 febbraio 2010, p. 1, Prima pagina) • Solo questa mossa potrebbe valere, conti alla mano, 700 milioni di euro in più con l’attuale aliquota. Pochi dubbi invece sul fatto che se lo scudante è deceduto debbano essere gli eredi a pagare, anche se per un patrimonio di dieci anni fa che potrebbe anche essere molto ridotto. (Fabrizio Massaro, Corriere della sera, 8 dicembre 2011, p. 15, Primo Piano).
- Derivato dal v. tr. scudare con l’aggiunta del suffisso -ante.