Losanna, scuola di
Indirizzo di pensiero economico inaugurato dal francese M.E.L. Walras (➔), che insegnò a L. dal 1870 al 1892. Walras chiamò a succedergli l’italiano V. Pareto (➔), che tenne la cattedra dal 1892 al 1907.
Caposaldo fondamentale di Walras e della scuola di L. è l’equilibrio economico generale (➔ concorrenza perfetta p; equilibrio competitivo), basato sull’idea che tutti i fattori economici (lavoro, capitali) e i beni tendono a collocarsi sul mercato in modo ottimale, in base al meccanismo di domanda e offerta, raggiungendo spontaneamente un equilibrio (➔ anche Walras, legge di). L’equilibrio tra la domanda e l’offerta di ogni bene stabilisce il prezzo (prezzo di equilibrio). Sul modello della Borsa di Parigi, Walras (Éléments d’économie politique pure, 1874-77) descrisse il processo che porta all’equilibrio attraverso un banditore che grida un prezzo per ogni prodotto da vendere. Tale prezzo viene poi modificato con un processo di aggiustamento (tâtonnement) fondato sul gradimento espresso dai compratori: aumenta se la domanda supera l’offerta, diminuisce nel caso opposto. L’intuizione più importante di Walras è che i prezzi di equilibrio sono tutti interdipendenti. Infatti, per la seconda legge di Gossen, ogni compratore ripartisce il suo reddito da spendere in modo da realizzare la maggiore utilità possibile (massimizzazione delle utilità). Le sue scelte dipendono dall’entità del reddito disponibile. La domanda, dunque, che il singolo compratore esprime per un certo bene dipende dal prezzo offerto, ma a sua volta tale prezzo è in relazione alla domanda manifestata da tutti i compratori potenziali. Se la domanda e il prezzo dei vari beni derivano gli uni dagli altri, l’unica possibilità di fissare i prezzi, e di procedere allo scambio, è che i prezzi siano stabiliti tutti simultaneamente. Walras formulò, quindi, una serie di equazioni (poi rivelatasi difettosa) per questa fissazione contemporanea di tutti i prezzi.
Pareto (Cours d’économie politique, 1896-97) introdusse nel modello importanti novità. Innanzitutto, usò il concetto di utilità ordinale (➔ ordinale, utilità), indicando che ogni bene non ha la stessa utilità cardinale (➔ cardinale, utilità) per tutti i consumatori. Ogni compratore ha una sua scala di preferenze, che manifesta attraverso le scelte (la domanda). Affermò, inoltre, il principio della sovranità del consumatore (➔ consumatore p), le cui decisioni determinano le scelte di investimento. Infine, formulò il concetto di ottimo paretiano (➔ Pareto, ottimo di p), secondo cui un certo stato dell’economia è ottimale se, cambiandolo, almeno un individuo sta peggio (tale concetto, però, è poco utilizzabile nell’analisi dinamica).
Altri esponenti famosi della scuola sono l’italiano E. Barone, per un suo articolo del 1908 che applica il criterio della fissazione dei prezzi di equilibrio all’economia pianificata (➔ Barone, teorema di), e l’americano I. Fisher (➔), che diede numerosi contributi alla teoria. Quello più noto, del 1911, è l’equazione degli scambi (MV=PQ), dove il prezzo P per la quantità delle merci Q dipende dalla quantità di moneta presente M e dalla sua velocità di circolazione V. Tale equazione è alla base dell’attuale teoria quantitativa della moneta (➔ monetarismo).