scuotere [imperf. ind. I singol. scotea; pass. rem. III singol. anche scoteo]
Predominante è il senso di " agitare ", " scrollare ", nel grado intenso, che esprime la violenza devastatrice di un terremoto: indicando Stazio a Forese, D. può dire che egli è quell'ombra / per cuï scosse dianzi ogne pendice / lo vostro regno, che da sé lo sgombra (Pg XXIII 132), e paragonare l'agitarsi del gigante Efialte a un identico movimento tellurico: Non fu tremoto già tanto rubesto, / che scotesse una torre così forte, / come Fïalte a scuotersi fu presto (If XXXI 107-108). In quest'ambito di significato scosso è variante di mosso, in If X 88, dov'è descritto il gesto fra amaro e deluso di Farinata: Poi ch'ebbe sospirando il capo mosso... Si registra anche la forma pronominale: in If XXXI 108 scuotersi equivale ad " agitarsi ", mentre in Pg XX 130 si scoteo è detto del Purgatorio allorché vi si manifesta il terremoto che accompagna (v. sopra) la liberazione di Stazio dalla pena che vi ha ormai completamente scontata.
Accezione salace ha la parola in Fiore CCXXX 7, dove si asserisce che l'amante riesce a ‛ ficcare ' il suo ‛ bordone ' solo dopo molto ‛ scuotere ': Ma a la fine i' pur tanto scotea, / ched i' pur lo facea oltre passare.
Indica invece, propriamente, l'effetto di quello scrollare (cfr. Pg XXIII 132-133, citato), dunque lo " sgombrare " da sé, il rigettare, il respingere qualcosa, in Pd II 90: D. non riesce a capire come possa salire di cielo in cielo anziché rimanere, col suo peso anche corporeo, fermo sulla cima del Purgatorio, perché ciò va contro le nozioni fisiche che egli possiede; ma Beatrice lo rassicura circa l'assoluta normalità della cosa che, se non gli appare tale, è solo perché egli, ragionando, si serve ancora di categorie mentali non pertinenti alla nuova realtà in cui si trova, libero da peccati e dalla loro memoria: Tu stesso ti fai grosso / col falso imaginar, sì che non vedi / ciò che vedresti se l'avessi scosso.
Si tratta di uno ‛ scuotere ' che può far perfino rimanere privi di ciò che prima si possedeva, come si dice delle ricchezze dell'innamorato in Fiore CLXXIV 3 Chi 'l su' amico pensa di pelare, / infin ch'egli aggia penna in ala o in dosso, / e che d'ogn'altro bene e' sia sì scosso / ched e' non si ne possa mai volare, / quella cotal dovria l'uon maneggiare; ma ci si può trovare anche, più semplicemente, scossi dalla groppa di una cavalcatura, come per esempio da Gerione: D. e Virgilio arrivano sulle rive di Malebolge de la schiena scossi / di Gerïon (If XVIII 19). Quest'ultimo significato, in diverso rapporto sintattico, è ancor oggi vivo: nella gara per il Palio di Siena può vincere anche un cavallo " scosso ", che cioè arriva al traguardo dopo avere scavalcato il fantino che lo montava.
È contermine a questo il senso di " riversare " all'intorno qualcosa: gli alberi che coronano la vetta del Paradiso terrestre sono agitati dall'impeto cui li sottopone il primo cielo che nel suo girare ne sfiora le cime, sicché la loro virtute, portata in giro dall'aria, si riversa sulla terra, dando origine così alle più varie specie di piante: la percossa pianta tanto puote, / che de la sua virtute l'aura impregna / e quella poi, girando, intorno scuote; / e l'altra terra, secondo ch'è degna / per sé e per suo ciel, concepe e figlia / di diverse virtù diverse legna (Pg XXVIII 111).
Equivale a " spiccare il volo ", nella sua forma riflessiva, se detto dell'aquila imperiale, che mal per Tolomeo poscia si scosse (Pd VI 69), avendo egli osato giustiziare un cittadino romano come Pompeo, sul quale non gli dava alcun simile diritto il fatto che egli fosse nemico di Cesare; ma il senso originario è certo quello di " riscuotersi " da uno stato di quiete o di torpore o di sonno: quando D., che si era addormentato nella valletta dei principi, si ritrova, svegliandosi all'improvviso, in tutt'altro luogo, dov'era stato trasportato da Lucia mentre dormiva, e in compagnia del solo Virgilio, il suo improvviso ‛ scuotersi ' dal sonno è fatto esplicitamente identico a " si riscosse ": Non altrimenti Achille si riscosse, / li occhi svegliati rivolgendo in giro / e non sappiendo là dove si fosse... / che mi scoss'io, sì come da la faccia / mi fuggì 'l sonno (Pg IX 40). Può infine specificarsi nel senso di " sussultare ", come in Pg XXIV 134 " Che andate pensando sì voi sol tre? ", / sùbita voce disse; ond'io mi scossi / come fan bestie spaventate e poltre.