scusa (escusa; iscusa)
Vocabolo presente 2 volte nella Vita Nuova, 12 nel Convivio, 2 nel Purgatorio; 1 volta nelle Rime dubbie nell'alterato diminutivo scusuzza. In senso proprio il termine compare in Cv I III 3 Ahi, piaciuto fosse al dispensatore de l'universo che la cagione de la mia scusa mai non fosse stata!; IV 1 e 13, X 1, 4 e 5, III IX 3 (due volte) e 5 (qui accostato ad accusa). L'aggettivo qualificativo che accompagna il termine indica il modo, la forma o gli argomenti che si adducono per scusarsi, in Cv I XI 11 una maliziata scusa.
In particolare, con la connotazione di " giustificazione ", in Vn XII 10 3 Ballata, i' voi che tu ritrovi Amore, / e con lui vade a madonna davante, / sì che la scusa mia, la qual tu cante, / ragioni poi con lei lo mio segnore (" Il motivo della scusa è comune nella lirica antica fino al Petrarca: ed è, come nota lo Scherillo, ‛ un riflesso dell'escondig dei trovatori ' ", Sapegno), e 12 20 Madonna, quelli che mi manda a vui, / quando vi piaccia, vole, / sed elli ha scusa, che la m'intendiate; Pg X 6 qual fora stata al fallo degna scusa?
Estensivamente, con il valore di " giustificazione non rispondente al vero ", " pretesto " per sottrarsi a un ufficio, in Pg XXXIII 130 Come anima gentil, che non fa scusa [" non cerca scusa ", Landino], / ma fa sua voglia de la voglia altrui / tosto che è per segno fuor dischiusa; / così, poi che da essa preso fui, / la bella donna mossesi. Le forme iscusa ed escusa compaiono in Cv II IX 3 ad iscusa di sé dico che si volge tutto lo mio pensiero, e IV XXVII 18 lo tempo da dare è, bene avventuroso e sanza escusa (cfr. Ovidio Met. VII 511 " felix et inexcusabile tempus "): e saranno piuttosto per latinismo, data appunto la loro presenza soltanto nel Convivio.
L'alterato diminutivo scusuzza (la rima -uzza si alterna con la rima -uzzo in tutto il sonetto, secondo lo schema abba abba; aba aba) s'incontra in Rime dubbie VI 14 e t'ho trovato memoria scioccuzza, / sì ch'io non ti vo' più per fedeluzzo, / così sa' far di me mala scusuzza! Vedi in Appendice la trattazione sul volgare di D., nella parte che riguarda la formazione delle parole.