sdegnare
Il verbo è usato solo due volte, e vale " disprezzare ", " rifiutare ". In If III 50 è detto dei pusillanimi (misericordia e giustizia li sdegna, " cioè non cura di doverli tra le più gravi colpe dannare ", Boccaccio: cfr. Pg XXI 20 se voi siete ombre che Dio sù non degni). Analogamente, in Pg II 31: per far procedere il suo vasello (v. 41), l'angelo nocchiero sdegna li argomenti umani, / sì che remo non vuol, né altro velo / che l'ali sue; contestualmente, " ricusa d'usare " (Scartazzini-Vandelli). Soltanto come variante (si sdegnò in luogo di disdegnò) in Pd XXXIII 6.