BASSO, Sebastiano
Non si hanno sicure notizie della sua vita, ad eccezione di un accenno sugli studi compiuti nell'Accademia medica di Pont-au-Mousson in Lorena.
Gli è, attribuito un trattato Philosophiae naturalis adversus Aristoteleni libri XII in quibus abstrusa veteruni physiologia restauratur et Aristotelis errores solidis rationibus refelluntur, pubblicato a Ginevra nel 1621 e ad Amsterdam nel 1649.
In quest'opera il B. attacca duramente la tradizione peripatetica, rimproverando ad Aristotele di aver condannato tutta la tradizione filosofica e scientifica precedente e di avere, a sua volta, elaborato un sistema speculativo pieno di contraddizioni e suscettibile delle interpretazioni più disparate. Il B. insiste nell'individuare la ragione principale della fortuna di Aristotele e dei suoi commentatori proprio nella scomparsa delle opere e delle testimonianze filosofiche anteriori alla nascita della scuola peripatetica, e sostiene la necessità di riconnettersi alla tradizione prearistotelica per restituire alla conoscenza della natura una direttiva più proficua. Nondimeno anche la sua Philosophia naturalis si muove, per molta parte, nell'ambito delle discussioni e dei problemi suscitati, nel corso del Cinquecento, dalle varie correnti aristoteliche; ed è significativo che il B. citi assai spesso maestri come lo Zabarella e il Piccolomini ed entri in diretta polemica con lo Scaligero, il Toleto e gli scolastici coimbracensi.
D'altra parte, lo scritto del B. non segna, per quanto riguarda lo sviluppo delle scienze naturali, un vero progresso sulle nozioni e le idee più diffuse nel corso del Cinquecento dalle quali dipende, con una caratteristica accentuazione di motivi magici e di credenze astrologiche. Così, ad esempio, egli si rende conto dell'esistenza del fenomeno fisico della pressione atmosferica, ma spiega l'accelerazione della caduta dei gravi unicamente con l'accrescimento. della pressione dell'aria al di sopra di essi e con la diminuizione progressiva della pressione al dì sotto, nel vuoto determinato dalla loro stessa caduta. Attribuisce inoltre al movimento della terra le variazioni dell'eclittica e sostiene che i pianeti possono muoversi o esser mossi da Dio, indipendentemente dalle sfere che li contengono. Non solo: nella Philosophia naturalis èfermamente ribadita la credenza negli influssi degli astri su tutte le creature mortali, compresi gli uomini; influssi che si esercitano mediante l'azione di certi "spiriti", particolarmente fini e sottili, di cui Dio avrebbe dotato tutti i corpi celesti.
La presenza di queste dottrine (e di altre non dissimili relative a vari fenomeni naturali, come la formazione della neve, le maree, ecc.) mostra chiaramente come il B. non si allontani, nel complesso, dalle credenze e dalle idee dominanti del suo tempo, e come resti sostanzialmente lontano dalle nuove direttive metodologiche della scienza galileiana. Particolare interesse ha suscitato tuttavia presso gli storici della filosofia e della scienza la sua difesa dell'atomismo, unica dottrina che, secondo il parere del B., sia capace di fornire una spiegazione dei fenomeni naturali e permetta di cogliere l'intima ragione di tutti i mutamenti qualitativi e quantitativi che si verificano nella realtà. Nondimeno, anche l'atomismo del B. non è estraneo a forti tendenze astrologiche e magiche, come risulta evidente dalla sua esaltazione di Democrito concepito come il più profondo conoscitore dei ritmi misteriosi che regolano le occulte influenze e simpatie della natura. Sicché la critica di Aristotele e del peripatetismo resta, anche nella sua opera, sul piano ormai tradizionale di una concezione della natura assai più vicina ai motivi magici propri della speculazione rinascimentale che non agli sviluppi contemporanei delle scienze fisiche e naturali.
Bibl.: J. J. Brucker, Historia critica philosophiae a mundi incunabulis ad nostram usque aetatem deducta, IV, Leipzig 1742-1744, p. 467; W. G. Tennemann, Grundriss der Geschichte der Philosophie, Leipzig 1829, pp. 141, 349; K. Lasswitz, Gesch. der Atomistik vom Mittelalter bis Newton, Hamburg 1895, V. 339; I. Guareschi, Le teoria atomistica e S. B. con notizie e consider. su W. Higgins, in Mem. d. R. Accademia dei Lincei, Classe di scienze fisiche, matematiche e naturali, s. 5, XI (1916), pp. 289-328; F. Ueberweg, Grundriss der Geschichte der Philosophie. III. Die Philosophie der Neuzeit bis zum Ende des XVIII. Jahrhunderts, a cura di M. Frischeisen-Köler e W. Moog, Berlin 1924, pp. 133, 169, 171, 172, 173, 181, 649; L. Thomdike, A History of magic and experimental Science, VI, New York 1941, pp. 386-388.