BIANCARDI, Sebastiano (Bastiano; pseud. Domenico Lalli)
Nacque a Napoli il 27 marzo 1679 da Michele e Caterina Amendola, ma a undici mesi fu adottato da F. Caracciolo, secondogenito del duca di Martina, capo ruota del "Sacro Real Consiglio", buon letterato e ottimo conoscitore di storia napoletana.
Nella sua casa, dove si riunivano i migliori letterati e dove, con ogni probabilità, conobbe il giovane Vico, il B. ricevé un'accurata educazione giuridica e soprattutto letteraria. Morto il Caracciolo nel 1692 e rimasto suo erede, ne sperperò in breve tempo l'eredità. Rimasto solo "per la morte de' suoi naturali ed adottivi genitori, collocossi nel diciottesimo de' suoi anni in matrimonio con una cospicua e onestissima donzella, nominata D. Giustina Baroni" (Rime di B. B. Napoletano..., Venezia 1732, p. 5).
Nel 1700 s'impiegò al Banco della SS. Annunziata in qualità di "cassiere universale". Ma il Banco fallì l'anno seguente e il B., gravemente coinvolto al punto che gli furono sequestrati tutti gli averi, fu costretto a fuggire da Napoli, abbandonando la moglie e i figli.
Prima tappa del viaggio fu Roma, dove il B. fu accolto dal rappresentante spagnolo, duca d'Osseda, nella cui casa ebbe occasione di conoscere il barone Emanuele d'Astorga, con il quale dette inizio ad una collaborazione artistica (il d'Astorga musicava le cantate e serenate dell'altro), che li consigliò a cercare altrove fortuna. Derubati a Genova da un servo e, rimesso insieme un po' di denaro - il d'Astorga musicò un dramma per un impresario genovese -, ripartirono alla volta di Venezia, decidendo di cambiar nome: fu così che il B. si fece chiamare Domenico Lalli e il d'Astorga Giuseppe del Chiaro. Da Venezia, dove entrarono in rapporti con Apostolo Zeno, i due si recarono a Mantova. Vi restarono un anno, dando lezioni di musica e "belle lettere". Tornati a Venezia, il d'Astorga fu chiamato alla corte spagnola e il B., rimasto solo, strinse migliori rapporti d'amicizia con lo Zeno. Il celebre poeta gli fu molto utile, presentandolo al Grimani, che gli affidò, con la direzione dei teatri di S. Samuele e di S. Giovanni Grisostomo, l'incarico di dirigere gli attori, oltre a quello della rielaborazione scenica di vecchi drammi.
Nel 1710 fu rappresentato al Teatro S Cassiano il primo dramma originale del B.,L'amor tirannico, musicato da F. Gasparini, e il suo successo dovette essere lusinghiero, se fu poi rappresentato al Teatro Regio di Milano nel 1713, e nel 1722 di nuovo a Venezia, al Teatro S. Samuele. Seguì Elisa, comedia da rapresentarsi per musica nel teatro di Sant'Angelo l'autunno dell'anno 1711 (Venetia 1711), condotta sul modello della Gostanza di N. Amenta, e una serie di drammi musicati da compositori di gran nome, come L'amor di figlio non conosciuto, rappresentato al Teatro S. Angelo nel 1715 con la musica di T. Albinoni; Gli eccessi della gelosia, rappresentato sempre al Teatro S. Angelo nel 1722 con la musica dello stesso Albinoni; Cambise, rappresentato al Teatro S. Bartolomeo di Napoli nel carnevale del 1719 con la musica di A. Scarlatti. Lo stesso Scarlatti nel 1715 aveva musicato Tigrane,ovvero l'eguale impegno d'amore e di fede, rappresentato al Teatro S. Bartolomeo di Napoli nel carnevale del 1715. Il Napoli-Signorelli giudicò questo "dramma eroico con due personaggi giocosi", pieno di "stranezze e inverisimiglianze" con "un gran disegno nell'invenzione" (Vicende..., VI, p. 103).
Il B. aveva l'incarico di fornire un dramma per il Teatro S. Samuele, dove ogni anno si rappresentava uno spettacolo musicale; A. Vivaldi era scritturato per comporre la musica. C. Goldoni sostituì in seguito il B., lasciandogli tuttavia i proventi che gli venivano dalle dediche dei vecchi drammi "vestiti di nuovo sopra la scena". Benché, a detta del Goldoni, tale usanza fosse in decadenza presso la nobiltà del tempo, pure conservava ancora della "reputazione" e il B. riusciva a trarne "qualche profitto". "Fummo sempre in piena armonia e amicizia", concludeva il Goldoni, il quale del resto dava giudizi sul B. molto lusinghieri: "onestissimo galant'uomo", "di estrazione molto civile", "aveva egli del genio per la poesia; e delle opere sue stampate si può giudicare del suo talento" (Goldoni,Prefazione..., p. 124).
Col Vivaldi il B. aveva collaborato anche in altri teatri, come per Arsilda,regina di Ponto, rappresentato al Teatro S. Angelo nell'autunno del1716, e Filippo re di Macedonia, dato ancora al Teatro S. Angelo nel carnevale del 1721(era già stato rappresentato nel 1713a Vicenza). Scrisse inoltre un dramma per musica in collaborazione col Goldoni,La generosità politica, rappresentato al Teatro S. Samuele nel 1736. Collaborò anche con F. Silvani per I veri amici, rappresentato prima al S. Cassiano nel 1713, poi a Firenze nel 1715, e per Evergete, rappresentato a Roma nel 1732, a Venezia nel 1748e a Modena nel 1755. Si accostò a soggetti sacri in Abramo aggiuntovi gli affetti pietosi... ed atti di suo vero pentimento, Venezia 1733; Il peccato originale, Venezia 1736, e Abele,azione sacra per musica di S. B. ..., Venezia 1738.
La qualifica di poeta dell'elettore di Baviera ricompare in due drammi,Damiro e Pitia,overo le gare dell'amicizia e dell'amore... Per commando (sic) del Serenissimo principe Elettore. In Monaco il dì 12 octob. 1724, Monaco 1724; e L'Epaminonda. Dramma per musica... Per comando dell'Altezza Serenissima Elettorale di Carlo Alberto duca dell'Alta e Bassa Baviera..., s.l. né d. (ma 1727).
In virtù di questa esuberante produzione, pare che la casa veneziana del B. divenisse in breve tempo un centro di riunioni, che lo stesso Zeno chiamò "Accademia Lalliana". Ma nel 1724 avvenne tra i due l'improvvisa rottura: lo testimonia una lettera del poeta cesareo in data 29 sett. 1724 (Lettere di Apostolo Zeno..., pp.338-339). Alcuni pensarono che l'inimicizia fosse un prodotto della gelosia del B. per il successo maggiore dello Zeno: un dato di fatto è che questi, nelle ultime lettere che scambiò con l'amico, si lamentò delle sue eccessive ingerenze nel rifacimento dei propri drammi.
Al 1735-36 risale l'amicizia con Pietro Giannone: il B. gli dedicò "quattro capitoli burleschi", che, a detta del Soria, gli procurarono qualche atto di generosità. È probabile che il Giannone, in quel momento in gravi ristrettezze economiche, abbia corrisposto alla cortesia dell'amico, rivedendo le Vite de' Re di Napoli raccolte succintamente con ogni accuratezza e distese per ordine cronologico, che il B. pubblicò a Venezia nel 1737.
Vanno ancora ricordati Li sette salmi della penitenza di David secondo i sensi in versi sciolti italiani, Venezia 1726; la Raccolta di proverbi,parabole,sentenze,insegnamenti,massime e consigli cavati dalla Sacra Scrittura necessari all'uomo, Venezia 1740, oltre a un gran numero di versi raccolti nelle Rime di Bastian Biancardi napoletano chiamato Domenico Lalli tra gl'Arcadi Ortanio. Con la vita del auttore, Venezia 1732, e nelle Rime berniesche di Bastian Biancardi napoletano chiamato Domenico Lalli tra gl'Arcadi Ortanio, Venezia 1732.
A Venezia, lontano dalla famiglia, e desideroso di formarsene un'altra, il B. finì con lo sposare una ragazza di buona famiglia veneziana, Barbara Pazini (pare che opportunamente gli giungesse, prima delle nozze, la notizia dell'improvvisa morte della prima moglie). Trascinò la sua vita nell'indigenza e morì il 9 ott. 1741.
Bibl.: Lettere di Apostolo Zeno…, II, Venezia 1752, pp. 46, 338-340; G. M. Mazzuchelli,Gli Scrittori d'Italia, II, 2, Brescia 1760, pp. 1121-1123; L. Panzini,Vita di P. Giannone, in P. Giannone,Opere postume…, II, Napoli 1777, pp. 137, 145; F. A. Soria,Mem. storico-crit. degli storici napol., Napoli 1781, pp. 86-88; P. Napoli-Signorelli,Vicende della coltura nelle due Sicilie, VI, Napoli 1811, pp. 101-104; C. Goldoni,Prefazione... ai 17 tomi di commedie dell'ed. venez. di G. B. Pasquali, in Opere complete..., I, Venezia 1907, pp. 106-107, 124; Id.,Aristide,Dramma eroi-comico per musica,ibid., XXVII, ibid. 1929, pp. 11, 33-34; Id.,Mémoires..., ibid., XXXVI, ibid. 1936, p. 185; G. B. Vico, Versi d'occasione e scritti di scuola..., a cura di F. Niccolini, Bari 1941, pp. 3-4, 137; E. De Marchi,Lettere e letterati italiani del secolo XVIII, Milano 1882, pp. 137-138; M. Scherillo,La prima commedia musicale a Venezia, in Giorn. stor. d. letter. ital., I (1883), I, pp. 230-248; F. Walker,Astorga and a Neapolitan Librettist, in Monthly Musical Record, LXXXI(1951), n. 926, pp. 90-96; G. Natali,Il Settecento, I, Milano 1960, pp. 777, 842; Enc. dello Spett., VI, coll. 1167 s.