ERIZZO, Sebastiano
Letterato ed erudito, nato a Venezia da famiglia patrizia il 19 giugno 1525, morto il 5 maggio 1585. Senatore e membro autorevole del Consiglio dei Dieci, tradusse alcuni dialoghi di Platone, commentò tre canzoni del Petrarca e si occupò di numismatica; ma il suo nome è affidato unicamente a un'opera giovanile, le Sei giornate, raccolta di n0velle che, terminata poco dopo il 1554, fu pubblicata solo nel 1567.
Si avvertono già in quest'opera i primi influssi della reazione cattolica, sia per il piano dell'opera informato a criterî di rigida moralità, sia perché l'E. ci dà, racchiusa entro una cornice di pedantesca imitazione del Boccaccio, una serie di trentasei "avvenimenti esemplari e morali ragionamenti in sei giornate raccontati in Padova, da una onesta brigata di sei giovani scolari forastieri, nella calda stagione dell'anno 1542". Gli "esemplari avvenimenti" sono prolisse esercitazioni retoriche su aneddoti offerti per lo più dai Fatti e detti di Valerio Massimo (almeno 17). Due soggetti di storia veneziana furono tolti dalla versione italiana, uscita nel 1554, delle Decadi del Sabellico; la leggenda di Carlo Magno dalle Epistole familiari del Petrarca, ecc. La materia del libro è nel complesso nonché amena uggiosa. La personalità dello scrittore si rivela solo nelle pompose orazioni che mette in bocca ai suoi personaggi, nelle considerazioni morali e nello stile fiorito, che lo pone tra i più gravi imitatori del Boccaccio.
Bibl.: L. di Francia, Novellieri minori del Cinquecento (G. Parabosco e Seb. Erizzo), in Giorn. stor. lett. ital., LXIII (1914), pp. 117-27.