MORATELLI, Sebastiano
MORATELLI, Sebastiano. – Nacque intorno agli anni Quaranta del secolo XVII a Vicenza o, più probabilmente, a Noventa Vicentina.
Lì risiedeva infatti il padre Giovanni Battista (Seifert, 1982, p. 544) e questo è il luogo di nascita indicato nella Gazzetta privilegiata di Vicenza (1827). Dai registri di fine Seicento dell’Archivio parrocchiale di Noventa emerge che la famiglia Moratelli era una delle più in vista della cittadina.
È ignoto dove si sia svolta la formazione musicale di Moratelli; forse, almeno in una seconda fase, a Venezia, giacché il 15 aprile 1657 egli fu assunto all’unanimità fra i cantori della cappella di S. Marco in qualità di contralto. Lo stipendio, inizialmente di 60 ducati annui, gli venne aumentato a 100 il 27 luglio 1659 (Emans, 1981, p. 74). Non è da escludere che il contralto «[Se]bastian[in]o di S. Marco» (Seifert, 2004, col. 456) che si esibì a Gorizia e a Trieste nel settembre 1660 di fronte all’imperatore Leopoldo I fosse Moratelli; e a tale circostanza potrebbe essere ricollegato il suo trasferimento a Vienna. Negli anni Sessanta e Settanta il suo nome compare fra i musicisti stipendiati alla corte dell’imperatrice vedova Eleonora Gonzaga- Nevers: oltre a essere membro della sua cappella (a partire dal 1662; ibid.), era maestro di musica della figlia, l’arciduchessa Maria Anna Giuseppina d’Asburgo. Nel clima culturalmente assai vivace della corte imperiale, caratterizzato da una spiccata apertura alla musica e ai musicisti d’Italia, Moratelli – membro, tra l’altro, della confraternita spagnola della chiesa viennese di S. Michele – godette di una particolare considerazione che gli consentì nel 1674 di rivolgersi all’imperatrice vedova a favore del fratello Matteo, rimasto in Italia. È inoltre probabile che fosse Moratelli il «Don Sebastiany» (il titolo «don» non è onorifico, ma ne attestava lo stato clericale) che cantò nell’opera Sulpitia (libretto di Nicolò Minato, musica di Antonio Draghi) rappresentata a Vienna il 21 novembre 1672 per il genetliaco dell’imperatrice Eleonora.
A seguito del matrimonio, avvenuto nell’ottobre 1678, tra l’arciduchessa Maria Anna Giuseppina e il principe ereditario del Palatinato Giovanni Guglielmo II del Palatinato-Neuburg (poi, dal 1690, elettore palatino), Moratelli, su ordine dell’imperatrice vedova, seguì gli sposi a Düsseldorf e passò dunque al servizio della corte palatina (avrebbe conservato tuttavia anche il titolo e lo stipendio di «musico di camera di S.M.C.»: così è definito, per esempio, nel libretto della sua Didone del 1688, e ancora fra il 1691 e il 1694 egli compariva fra gli stipendiati della cappella imperiale; Köchel, 1869, p. 68). Fu in questa terza fase della carriera, trascorsa, sino alla morte, presso la corte palatina di Giovanni Gugliemo, che Moratelli si affermò come compositore, in particolare di musica teatrale, divenendo una figura di primaria importanza in ambito sia musicale sia religioso: nominato maestro di cappella non più tardi del 1687, ottenne pure i titoli di cappellano di corte (la prima attestazione è del 1685), poi cappellano d’onore dell’elettrice (almeno dal 1688) nonché, intorno al 1695, consigliere ecclesiastico dell’elettore.
Nell’estate 1680 Moratelli si trovava ad Aquisgrana e di lì il 5 giugno indirizzò un biglietto (Einstein, 1907-08, p. 398) al principe Filippo Gugliemo, padre di Giovanni Gugliemo, per congratularsi della nomina del figlio Wolfgang Georg a vescovo di Colonia; tuttavia, già pochi mesi dopo, dovette fare ritorno a Düsseldorf: da una lettera scritta il 25 marzo 1681 dall’imperatore Leopoldo I al principe elettore (ibid., p. 399) si evince infatti che una sua «operette» [sic] era stata rappresentata a Düsseldorf nel Carnevale precedente. È questa la prima attestazione relativa all’attività di Moratelli compositore, che proseguì, sul versante teatrale, per una quindicina d’anni, perlopiù connessa a eventi celebrativi e favorita dal mecenatismo di Giovanni Guglielmo.
In occasione del matrimonio, svoltosi per procura nel luglio del 1687, tra la principessa elettorale palatina Maria Sofia (sorella di Giovanni Guglielmo) e Pietro II del Portogallo, Moratelli musicò la serenata L’eco in Germania al Viva del Portogallo eseguita a Düsseldorf, nonché l’opera La gemma Ceraunia d’Ulissipone ora Lisbona (testo di Nicolò Minato), andata in scena a Heidelberg, dove anche Moratelli alloggiò per la circostanza (ibid., pp. 393 s.). Il 20 dicembre del medesimo anno fu rappresentata a Düsseldorf L’Erminia ne’ boschi, composta per il compleanno dell’arciduchessa Maria Anna Giuseppina. Nel 1688 furono date L’Erminia al campo, eseguita a Carnevale, e Didone, musicata per le nozze del principe Carlo Filippo, poi ripresa a Düsseldorf nel 1692. A celebrazione dello sposalizio di Giovanni Guglielmo in seconde nozze con Anna Maria de’ Medici nel 1691, Moratelli compose gli Intramezzi musicali (in I Florali) e la serenata a sette I Bianchi e Neri. Seguirono, sempre a Düsseldorf, i Fiori da spargersi nel giorno natale di S.A.E. serenissima Giovanni Guglielmo (19 aprile 1692), i drammi Damone e Pithia (Carnevale 1694), I giochi olimpici ovvero che fingendo si prova un vero affetto (26 luglio 1694, per l’onomastico dell’elettrice) e Il fabro pittore (Carnevale 1695), opera basata sulla vita del pittore olandese Quentin Metsys (la messinscena fu probabilmente connessa alla recente istituzione della Pinacoteca di corte voluta da Giovanni Guglielmo). Sempre agli anni Novanta risalgono la serenata La faretra smarrita e l’introduzione celebrativa Amore vestito per ben comparire nel giorno solenne del nome di S.A.E. Gio. Guglielmo.
Tale produzione, cui andrà idealmente aggiunta la musica composta per la cappella di corte – nulla è pervenuto – è nota quasi soltanto attraverso i libretti: sopravvive solo la partitura manoscritta de La faretra smarrita (conservata a Winhöring, Gräflich Toerring- Jettenbachsche Bibliothek: lo stile è accostabile a quello di Antonio Draghi, attivo a Vienna negli stessi anni in cui vi operò Moratelli, con una predilezione per le colorature virtuosistiche); non si può che prestar fede a Giorgio Maria Rapparini, l’autore della quasi totalità dei libretti musicati da Moratelli, che nel suo Portrait du vrai mérite dans la personne de monseigneur l’Électeur palatin sottolinea che «les récitatifs ont été considérés par la naturalesse et la force de l’expression qu’il y donnoit » (1709; Düsseldorf, Universitäts- und Landesbibliothek, Heinrich Heine-Universität, Mss., G.82; cit. dall’edizione a stampa: Die Rapparini-Handschrift …, 1958, p. 53). Di Moratelli lo stesso Rapparini offre pure un suggestivo ritratto umano, evidenziandone in particolare la modestia (là dove ne ricorda le prolungate resistenze all’intenzione dell’elettore di conferirgli la nomina a maestro di cappella), nonché l’altruismo con cui gestiva la cappella di corte cercando di far emergere i talenti dei suoi musicisti più che i propri. Il medesimo altruismo, unito evidentemente a un forte legame affettivo con la famiglia d’origine, spinse Moratelli a richiedere dal principe elettore (settembre 1691) una pensione vitalizia per il fratello Matteo e la moglie di questo, Francesca Romanelli, residenti a Vicenza (Einstein, 1907-08, p. 399). Due anni dopo si prodigò per il cognato di Matteo, Stefano Romanelli; e, agli inizi degli anni Novanta, lo raggiunse a Düsseldorf il nipote Giovanni Battista (figlio del fratello Matteo).
Durante il servizio alla corte palatina Moratelli dovette risiedere principalmente a Düsseldorf, con sporadici e brevi soggiorni in altri centri del ducato (come Heidelberg e Neuburg) perlopiù connessi agli spostamenti di Giovanni Guglielmo, nella duplice veste di maestro di cappella e cappellano di corte. Nel novembre 1685 e nell’estate del 1689 il principe elettore lo condusse con sé a Vienna.
A partire dal 1696 Moratelli accusò problemi di salute, talché la conduzione della cappella di corte gli divenne gravosa; Giovanni Guglielmo ne affidò la sovrintendenza a un «protettore», nella persona del conte Adam Diamantstein, mentre la direzione musicale venne assicurata da Johann Hugo von Wilderer, che nel 1700 sarebbe succeduto a Moratelli nel ruolo di maestro di cappella. Moratelli chiese di poter fare ritorno in Italia; l’elettore attivò i contatti diplomatici necessari per soddisfare il suo desiderio, assicurandogli una congrua pensione: scrisse agli ambasciatori nonché all’imperatrice (9 febbraio 1696) e all’imperatore (10 febbraio 1696) affinché Moratelli continuasse a ricevere gli onorari erogati dalla corte imperiale; lo stesso fece nel 1699 (ibid., pp. 400 s.). Ma il ritorno nella madrepatria non ebbe luogo: Moratelli, ritiratosi a Heidelberg «à dessein de penser (loin des embarras de la Cour) au grand et utile repos de son âme» (Die Rapparini-Handschrift…, 1958, p. 53), vi morì probabilmente tra l’agosto e il settembre 1706, come attesta una lettera del fratello Matteo al principe elettore (26 settembre; Einstein, 1907-08, p. 401).
Il 27 ottobre fu celebrata a Bologna una messa in suo suffragio promossa dall’Accademia filarmonica a cui era stato aggregato nel 1697 (Martini, 1776, n. 355).
Nella Alte Pinakothek di Monaco di Baviera si conserva un ritratto di Moratelli, commissionato dal principe elettore a Jan Frans van Douven, pittore ufficiale della corte palatina dal 1682. Rapparini ne trasse il disegno della medaglia commemorativa inserita nel suo Portrait, con la seguente epigrafe: «D. Sebastiano de Moratellis vicentino, dignitate claro, virtute ornato, amicitia sancto, favorem nacto, favorem sui Principis inter suos luculenter distribuit; acto undique ventis, difficiles aulæ vortices facili cymba superavit. Splendide vixit unicuique solvit. Effigiem hanc celeberrimam in intimo sui Electoris cubiculo poni promeruit, memoriam in corde. Cecinit, modo silet. Erravit, nunc quiescit» (Die Rapparini-Handschrift…, 1958, pp. 53 s.).
Fonti e Bibl.: Düsseldorf, Universitäts- und Landesbibliothek, Heinrich Heine-Universität, Mss., G.82, Portrait du vrai mérite dans la personne de monseigneur l’Électeur palatin, 1709; ed. a stampa: Die Rapparini-Handschrift der Landesund Stadt-Bibliothek Düsseldorf, a cura di H. Kühn-Steinhausen, Düsseldorf 1958, pp. 52-54; G.B. Martini, Catalogo degli aggregati con le notizie ad essi riguardanti, 1776, ed. anast. a cura di A. Schnoebelen, Bologna 1973; Giornale biografico di Vicenza per l’anno 1827…, Vicenza 1827, p. 37; F. Caffi, Storia della musica sacra nella già cappella ducale di S. Marco in Venezia dal 1318 al 1797, Venezia 1854-55, II, p. 46; L. Ritter von Köchel, Die Kaiserliche Hof-Musikkapelle in Wien von 1543 bis 1867, Wien 1869, p. 68; F. Walter, Geschichte des Theaters und der Musik am kurpfälzisch Hofe, Leipzig 1898, pp. 48 s.; A. Einstein, Italienische Musiker am Hof der Neuburger Wittelsbacher. 1614-1716, in Sammelbände der Internationalen Musikgesellschaft, IX (1907-08), pp. 336-424; G. Croll, Musikgeschichtlisches aus Rapparinis Johann-Wilhelm-Manuskript (1709), in Die Musikforschung, XI (1958), pp. 257-264; R. Brockpähler, Handbuch zur Geschichte der Barockoper in Deutschland, Emsdetten 1964, pp. 141, 143-145, 227; H. Knaus, Die Musiker im Archivbestand des kaiserlichen Obersthofmeisteramtes (1637-1705), Wien 1968, II, p. 56; R. Emans, Die Musiker des Markusdoms in Venedig 1650-1708, in Kirchenmusikalisches Jahrbuch, LXV (1981), pp. 55, 74; J.H. Moore, Vespers at St. Mark’s. Music of Alessandro Grandi, Giovanni Rovetta and Francesco Cavalli, Ann Arbor, 1981, II, pp. 269 s.; H. Seifert, Die Musiker der beiden Kaiserinnen Eleonora Gonzaga, in Festschrift Othmar Wessely, a cura di M. Angerer - E. Diettrich, Tutzing 1982, pp. 544 s.; Id., in Die Musik in Geschichte und Gegenwart, Personenteil, 2004, XII, coll. 456 s.; E. Selfridge-Field, A new chronology of Venetian Opera and related genres, 1660-1760, Stanford, California, 2007, pp. 153 s.; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, VII, pp. 57 s.; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, V, pp. 191 s.; The New Grove dict. of music and musicians (ed. 2001), XVII, p. 95; C. Sartori, I libretti italiani a stampa dalle origini al 1800, Indici, I, Cuneo 1990-94, p. 419.